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Mattarella e il governo di scopo: Minniti premier favorito, il malizioso retroscena su Renzi

Giulio Bucchi
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L'ipotesi di un governo di scopo o istituzionale è sempre sul tavolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un esecutivo figlio di un "compromesso alto", ispirato al "forte senso di responsabilità" chiesto dal Quirinale, che come spiega anche Italia Oggi "durerebbe, al massimo un anno" per "il varo della legge di Bilancio per il 2018 e una nuova legge elettorale con cui tornare a votare nel 2019 insieme alle Europee". Il nodo a quel punto è chiaro: chi mandare a Palazzo Chigi.  Leggi anche: Allora è tutto vero. Minniti: "Il Pd rischia di morire" Sta riprendendo quota il nome di Marco Minniti, ministro degli Interni uscente, benvisto da M5s e Forza Italia, ben tollerato dalla Lega. E il Pd? Secondo Italia Oggi, Matteo Renzi non gradirebbe granché. Annusando la fregatura (l'ex premier vuole stare all'opposizione o, nel peggiore dei casi, tornare subito al voto), in questi 10 giorni post-voto non ha regalato grandi elogi all'uomo che in campagna elettorale doveva quasi essere la copertina del Pd in crisi. Anzi, prende una luce diversa anche l'uscita durante la conferenza stampa in cui l'ex segretario ha annunciato le sue dimissioni. Per spiegare la sconfitta dei dem, ha preso ad esempio proprio la clamorosa bocciatura di Minniti nel collegio di Pesaro. "Farlo passare come il simbolo del disastro Pd - conclude maliziosamente Italia Oggi - non è stato certo un gesto cavalleresco. E forse non è stato un caso".

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