Vittorio Feltri: il gattino Renato Brunetta ignora di aver perso e se la prende con Matteo Salvini che l'ha battuto
Brunetta odia Libero, non ricambiato. Il rancore costa troppa fatica e noi siamo deboli. Però abbiamo ancora l'energia sufficiente per dirgli, perfino affettuosamente, che non capisce niente neanche di conti. Non si è neppure accorto che la Lega di Salvini, piaccia o non piaccia, ha preso più voti di Forza Italia, ormai malata terminale e bisognosa di cure palliative. Cosicché il professore veneziano si batte come una tigre, anzi - non esageriamo - come un gattino, allo scopo di impedire ogni iniziativa degli ex nordisti per trovare accordi preliminari con il Movimento 5 Stelle. Secondo lui i forzisti, sebbene sonoramente sconfitti alle urne, conserverebbero il diritto di tenere il timone del (quasi) disciolto centrodestra. Leggi anche: Brunetta: "Salvini basta strappi, condivisione o salta tutto. E per essere leader del centrodestra..." Al provvisorio capogruppo azzurro non entra in testa che il suo partito - glielo facemmo notare oltre un anno fa - è fallito e con esso i suoi dirigenti, non escluso Berlusconi a cui vanno a genio le elezioni - quanto gli spaghetti - alla puttanesca, le quali tuttavia sono indigeste ai cittadini. Risultato: i consensi diminuiscono drammaticamente, rendendo ridicole le pretese del Cavaliere e dei suoi amichetti, nonché amichette, di salire sul podio a dirigere la orchestra. Essi ed esse in realtà non sono più in grado di dare i tempi nemmeno alla Banda dei Sifoi. Non hanno più i titoli per farlo. Si aggreghino ai salviniani oppure se ne vadano altrove se intendono alzare la voce con la presunzione di farsi ascoltare da qualcuno. D'altronde una forza politica che alla Camera riceve ordini da Brunetta ed elegge per la settima volta in Parlamento una ministra, le cui opere sono sconosciute, merita di dissolversi in un cucchiaio d' acqua. Comprendo che i berlusconiani, immeritatamente beneficiati l'ennesima volta dal principe di Arcore, siano terrorizzati all'idea di tornare ai seggi, intuendo che sarebbe per loro una catastrofe, ma a costoro ricordo che la attuale legge elettorale, inadeguata a garantire la governabilità, reca anche la loro firma. Pertanto sono, al pari di altri politici inetti, responsabili dell'orribile stallo in cui è paralizzato il nostro vituperato Paese. In un sistema tripolare, in mancanza di premio di maggioranza, non è possibile formare un esecutivo stabile. di Vittorio Feltri