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"A noi presidenza Senato, a M5S la Camera"

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Roma, 21 mar. (Adnkronos) - Il centrodestra decide. Dal vertice a Palazzo Grazioli emerge la proposta di dare, si legge in una nota "alla coalizione vincente, il centrodestra" la possibilità di esprimere "il presidente del Senato e al primo gruppo parlamentare, il M5S" la scelta del "presidente della Camera". Contemporaneamente verrà riconosciuto "in ciascun ramo del Parlamento un vicepresidente a ogni gruppo parlamentare che non esprima il presidente". SALVINI, NO NOMI - "Non si fanno nomi. Abbiamo sancito un principio che offriamo a tutte le forze politiche, ciò è quanto di più democratico potessimo proporre in rappresentanza del voto degli italiani" ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al Senato, rispondendo a chi gli domandava se l'accordo nel centrodestra fosse sul nome di Paolo Romani presidente di palazzo Madama. "Ognuno dei partiti abbia una funzione -ha spiegato- tra presidenze e vice presidenze: spero che tutti accettino". Per chiudere l'accordo sulle presidenze delle Camere, M5S deve rinunciare ai veti messi sugli indagati? "No, no: devono esserci nomi e cognomi condivisi da tutti e penso che ogni partito possa avere nomi e cognomi condivisi da tutti" replica Salvini. Lo schema valido per le Camere tra centrodestra unito e M5S non vale anche per il governo. Lo ha precisato il leader della Lega Matteo Salvini, incontrando i giornalisti al Senato: "No, no: significa -ha affermato- far funzionare il Parlamento visto che ci sono tanti provvedimenti che aspettano di essere esaminati". "Poi -ha aggiunto- per quello che riguarda il governo, si parte dalla coalizione che ha vinto le elezioni. Si parte da un programma e da una squadra di centrodestra, che ovviamente può essere ampliato, ma da quello si parte visto che gli italiani hanno premiato la coalizione di centrodestra con due milioni di voti in più rispetto ai secondi arrivati. Da quello si parte". BERLUSCONI PUNTA SU ROMANI - Silvio Berlusconi per ora tiene resta fermo su Paolo Romani per la presidenza del Senato. Ma, come sempre, si tiene aperte più strade e non esclude altri nomi (Anna Maria Bernini, Maurizio Gasparri e Maria Elisabetta Casellati gli altri papabili), qualora la candidatura dell'ex ministro dovesse essere impallinata per il veto dei cinque stelle (contrari a "indagati e condannati") magari con la sponda della Lega. Nel corso del 'prevertice' con lo stato maggiore di Fi, tenutosi a palazzo Grazioli prima del summit con i leader di Lega e Fdi, il Cavaliere annuncia di puntare su Romani per poi proporre la sua candidatura a Salvini e Meloni, ricevuti subito dopo nella residenza romana di via del Plebiscito. M5S, NON VOTEREMO ROMANI- "Vogliamo dare il via a questa legislatura - dicono i due capigruppo M5S di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli -, per questo ci siamo confrontati e continueremo a farlo con tutte le forze politiche. Allo stesso tempo però non veniamo meno ai nostri principi, per cui non voteremo persone condannate o sotto processo. Gli italiani hanno bisogno di risposte ai loro problemi, concentriamoci su quello". PD, NO INCONTRI CON ESITI GIA' SCRITTI - "Il Pd non può partecipare a incontri i cui esiti sono già scritti" scrive il Partito Democratico in relazione alla proposta del centrodestra per i presidente delle Camere. "Se c'è già un accordo sulle presidenze da parte di qualcuno è bene che chi l'ha fatto se ne assuma tutta la responsabilità".

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