Luigi Di Maio dopo le consultazioni al Quirinale: "No a governissimo, non resta che voto"
"Non capisco". "Non capiamo". Luigi Di Maio, nel corso della sua dichiarazione al termine del secondo incontro di consultazioni col presidente Mattarella, ha usato questa frase una mezza dozzina di volte. La ritrovata compattezza del centrodestra, con Salvini che si è presentato assieme a Berlusconi e Salvini e ha ribadito che il premier sarà un "esponente di spicco della Lega" mentre Berlusconi accusava i 5 Stelle di non avere "nemmeno l'abc della democrazia", lo ha lasciato praticamente senza parole. Il candidato premier dei 5 Stelle è parso un disco rotto che ripeteva le stesse cose già dette nei giorni scorsi, come se anzichè da Mattarella, fosse appena stato al bar: "Berlusconi deve fare un passo di lato", "noi non faremo mai un governo con Forza Italia", "il centrodestra con Berlusconi è un ostacolo all'evoluzione del Paese" e via dicendo. Ha anche provato a "smascherare" i suoi avversari affermando che "in realtà la coalizione di centrodestra è divisa, come dimostra la battutaccia di Berlusconi nei nostri confronti". E ha chiuso dicendo di opporsi "a un governissimo" e che "a questo punto lo scenario inevitabile appare quello delle elezioni, che noi non vogliamo ma del quale non abbiamo paura".