Guido Crosetto sulla Siria: "L'Italia impedisca l'uso delle basi. Silvio Berlusconi? Polemiche pretestuose"
Si può rimanere fedeli alle alleanze e dissentire con gli alleati, nota Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia, commentando i bombardamenti sulla Siria di venerdì notte. Si aspetta un'azione limitata o ci saranno séguiti? «È un intervento annunciato in anticipo e realizzato cercando di fare il minor numero di danni. Può sembrare un discorso cinico, ma in una situazione drammatica come quella siriana questa è una notizia quasi positiva. Ciò detto, ero contrario ai bombardamenti prima e continuo ad esserlo». Leggi anche: Soldi, così Crosetto demolisce Davide Casaleggio Quali sono i veri motivi dei bombardamenti? «La Siria non è un Paese con grandi risorse naturali come la Libia: non è nel mirino per quello, ma perché è diventata un ring in cui si confrontano attori extra-siriani. Si schiaffeggia la Siria per mandare messaggi a Iran e Russia, oppure a Usa, Francia, Turchia...». Sulla veridicità dell'uso di armi chimiche da parte del regime, che idea s'è fatto? «Quella siriana è una guerra talmente sporca che non ci si capisce nulla. È certo che in quel momento un attacco chimico da parte di Assad non aveva alcuna logica. Ciò detto, in quel Paese sono successe in passato molte cose che non avevano logica». Le reazioni dei tre leader del centrodestra sono sembrate contrastanti. «Non è così. Anzitutto nessuno ha messo in dubbio la partecipazione dell'Italia alla Nato. E Salvini ha riconosciuto che l'uso delle basi Nato per il supporto logistico è legittimo. Ma nell'Alleanza atlantica si può stare avendo idee diverse dagli altri. Come ha fatto la Germania, che non ha partecipato all'operazione senza per questo smarcarsi dalla Nato. Semmai è Berlusconi che sta cercando qualche motivo per fare polemica, ultimamente...» Il governo ha agito bene? «Deve riferire alle Camere e mi pare si sia mosso in questo senso. L'uso delle basi Nato per motivi logistici, come dicevo, non ha bisogno di autorizzazioni in base agli accordi che abbiamo. Se invece da queste basi dovessero partire attacchi, sarebbe necessario un passaggio prima in commissione e poi in Parlamento per l'autorizzazione». E in quel caso lei cosa voterebbe? «Contro l'uso della forza. Per bombardare uno Stato, prove solo indiziarie sono insufficienti. E non dimentichiamoci che la comunità cristiana siriana ci chiede di fermare gli attacchi. Ripeto: essere alleati di qualcuno significa avere la forza di dissentire se necessario. Se l'avessimo fatto ai tempi delle guerre in Iraq e in Libia...» Lei disse che questa crisi poteva avere effetti imprevisti sulla trattativa per il governo. Che intendeva? «Che se qualcuno pensa di poter mettere in dubbio la nostra presenza nella Nato, non fa molta strada. Non perché lo dico io: è realpolitik.» E qualcuno l'ha messa in dubbio? «In passato c'è chi ha ecceduto con qualche dichiarazione. Ora ho visto che tutti hanno fatto un bagno di realismo. Aggiungo però che altrettanto sbagliato è spingere la Russia tra le braccia della Cina». Se la crisi siriana dovesse prolungarsi potrebbe favorire la formazione di un governo con tutti dentro? «No». di Alessandro Giorgiutti