Bruno Vespa, perché senza un governo del presidente l'Italia è condannata al disastro economico
Ai leader dei partiti resta un weekend per schiarirsi le idee, prima di salire ancora una volta al Quirinale per l'ultimo - si spera - giro di consultazioni. Dopo lunedì, tempo per scoprire se esiste davvero un appiglio per formare un governo "politico" non ce ne sarà più, aprendo la strada al famigerato "governo del presidente". Matteo Salvini dice che sarebbe "irrispettoso verso gli italiani", vero e infatti è l'unico ad agitare lo spauracchio delle elezioni anticipate solo se extrema ratio. Al contrario Luigi Di Maio sembra convinto che l'unica soluzione sia andare al voto, ormai a ottobre, ignorando - chissà quanto consapevolmente - a quale pericolo espone il sistema Paese. Leggi anche: Verdini sulla morte politica di Di Maio: "la roulette russa che lo ha ucciso" La profezia drammatica è fin troppo definita sin da ora, come riporta Bruno Vespa sul Quotidiano Nazionale. Quella a cui l'Italia andrebbe incontro con il voto anticipato sarebbe una sorta di tempesta perfetta: "Un ciclone composto da aumento dell'Iva, recessione dei consumi, aumento dello spread e quindi degli interessi, freno agli investimenti, speculazione a ruota libera su un paese senza guida, spolpato da un'Europa non amica dinanzi alla quale si presenterebbe debole e non credibile". Lo scenario tratteggiato dal conduttore di Porta a porta indica una strada già sfiorata dall'Italia, quando nel 2011 si è ritrovata sull'orlo del baratro. Il timore di Vespa è che si arrivi all'esercizio provvisorio di bilancio: "Quando un governo non fa approvare entro il 31 dicembre la legge finanziaria, per il quadrimestre successivo lo Stato deve muoversi utilizzando i limiti dello stesso periodo dell'anno precedente. Sarebbe come togliere ossigeno a un malato che ne ha bisogno". Ai leader dei partiti non resta altro che scegliere tra il disastro o la sopravvivenza del Paese, mettendo da parte ogni velleità elettorale per formare una "maggioranza trasversale. Mattarella - aggiunge Vespa - conta sul buonsenso generale. Votare a febbraio, in fondo, non sarebbe un dramma".