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Silvio Berlusconi dice sì, vince la linea di Giovanni Toti: il governatore è il nuovo leader di Forza Italia

Giulio Bucchi
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Il governo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini è il trionfo di Giovanni Toti. Il via libera concesso da Silvio Berlusconi e da Forza Italia a M5s e Lega arriva nel segno di quella "astensione benevola" auspicata in mattinata dal governatore azzurro della Regione Liguria. Non è un segnale da poco: significa che la linea-Toti si è imposta su quella che per giorni Gianni Letta ha suggerito al Cav, prima del ravvedimento delle ultime ore. Era l'unico modo per non far esplodere Forza Italia, portarla a una drammatica conta interna tra chi sarebbe stato disposto a seguire Salvini e chi invece sarebbe rimasto fedele a Berlusconi. Soprattutto, era l'unico modo per scongiurare il rischio di un ritorno velocissimo alle urne, dove il partito sarebbe con ogni probabilità andato a sbattere contro la polarizzazione Lega-M5s.  Toti, per mesi, è stato il sostenitore dell'idea del partito unico o, in subordine, del listone elettorale unitario. Singolare che sia stato lui, con il suo pressing, a garantire la sopravvivenza parlamentare e politica al partito fondato da Berlusconi nel 1994, ma fino a un certo punto. La scommessa è ancora sul tappeto, ma l'orizzonte temporale non è "oggi" ma "domani", dopo l'estate o a inizio 2019, a seconda di quando si tornerà al voto. Una frenata tattica, perché non era ora il momento di rompere con l'aggravante di poter passare pure per traditore. Così ragiona un leader: per ora, di Forza Italia. Se del centrodestra, lo si capirà più avanti, Salvini permettendo. 

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