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Governo Lega-M5s, il punto su cui può collassare il patto tra Salvini e Di Maio: l'ombra sul governo

Gino Coala
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A guardarli da vicino, leghisti e grillini in fondo si somigliano un po'. Osservando i rispettivi programmi elettorali, la quantità di punti in comune è indubbiamente superiore a quelli di disaccordo, per quanto anche le differenze in quei casi sono in termini di sfumature. Resta però un punto sul quale il confronto potrebbe diventare asproi e scadere ben presto nel litigio con conseguenze irreparabili: il famigerato "reddito di cittadinanza". Leggi anche: Governo, toto-premier: spunta il nome dell'ex presidente della Rai Sia Lega che M5s hanno una posione molto critica con la gestione dell'Unione europea. Contro fiscal compact, gestione della moneta unica e trattati liberticidi, sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio hanno costruito buona parte delle proprie campagne elettorali. Per non parlare della legge Fornero sulle pensioni, tra le riforme più impallinate da grillini e leghisti. Idee molto simili ci sono anche sull'immigrazione, con il tema dei rimpatri immediati per gli immigrati che mette insieme i due futuri alleati di governo. E c'è poi la sicurezza che non li vede granché distanti: i leghisti vorrebbero una nuova riforma della legittima difesa e una stretta sulle occupazioni abusive delle case, i grillini un giro di vite contro la corruzione e i tempi delle prescrizioni. Il momento più difficile per il governo Di Maio-Salvini arriverà quando bisognerà occuparsi del welfare. I grillini non saranno facilmente disponibili a cedere sul reddito di cittadinanza, vero cavallo di battaglia dell'ultima campagna elettorale. Ai leghisti però il provvedimento puzza un po' di assistenzialismo. Da parte loro comunque hanno proposto il salario minimo obbligatorio, oltre alla semplificazione burocratica e alla riduzione del cuneo fiscale. Lo scontro è una previsione fin troppo facile, sarà solo una questione di tempo.

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