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Matteo Salvini, la grande paura: il trappolone Mattarella-Di Maio

Matteo Legnani
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Nè io nè Di Maio. Questo è andato a dire, questo pomeriggio, Matteo Salvini, al Consiglio federale della Lega riunito in via Bellerio. Ma il punto è che "il terzo" non salta fuori. E il leader leghista, a poco più di quarantotto ore dalla salita al Quirinale di lunedì con Di Maio, inizia a fiutare puzza di trappolone. Perchè, in assenza di un nome di "peso" è assai possibile che Mattarella, trovandosi di fronte a una maggioranza costituita da due partiti, faccia prevalere il senso comune che vuole che il premier sia il leader del partito maggiore. Cioè Di Maio. Non a caso, i grillini ormai da diverse ore stanno proponendo per palazzo Chigi solo nomi "interni", il cui spessore e rilievo, oltre che l'esperienza, si schianterebbero di fronte a un'analisi del capo dello Stato. Leggi anche: Di Maio premier, l'indizio: perchè alla fine può spuntarla il grillino

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