Giuseppe Conte, perché il premier incaricato rischia di sbattere il muso: cosa è disposto a fare
Il braccio di ferro tra il Quirinale e Matteo Salvini rischia di riservare una fine precoce per l'incarico del premier Giuseppe Conte. Lo scontro sull'economista antieuro Paolo Savona al ministero dell'Economia ha avuto il solo merito di aver ricompattato leghisti e grillini, oltre che pezzi di centrodestra, sul suo nome, ma d'altra parte non ha smosso di un millimetro la posizione scettica di Sergio Mattarella. Leggi anche: L'uomo che sta rovinando Mattarella: chi è l'uomo più potente del Quirinale Il Capo dello Stato aveva espresso il suo secco no a Savona sin dal primo colloquio di Conte, quando il premier incaricato ha presentato al Colle una prima lista di possibili ministri. I guai per il premier riguardano anche l'ipotesi sulla Farnesina: agli Esteri circola con insistenza il nome dell'ambasciatore Luca Giansanti, una proposta considerata dal Quirinale troppo "debole", come riporta il Fatto quotidiano. Il tempo stringe, anzi grillini e leghisti hanno tutte le intenzioni di chiudere la partita entro domenica 27 o al massimo lunedì 28 maggio, naturalmente senza cedere sul nome di Savona, forti anche dell'irritazione di Berlino e di Bruxelles sul nome del professore. A Conte resta così una sola opzione, cioè rimettere il mandato nelle mani del Capo dello Stato, che a quel punto non avrebbe nessun ostacolo per mettere in piedi il famigerato governo "neutrale".