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Giuseppe Conte, la "proposta indecente" a Giorgia Meloni: rivolta in Forza Italia

Davide Locano
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Nella parte finale del suo discorso al Senato, Giuseppe Conte ha teso la mano a chi ancora non accorderà la fiducia al governo M5s-Lega: "Siamo disponibili a valutare in corso d'opera l'apporto di gruppi parlamentari che vorranno condividere il nostro cammino e aderire al contratto di governo". Dalle forze dell'opposizione è stata interpretata come una chiamata a Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni ha chiarito che è fuori dalla maggioranza ma la decisione di astenersi al voto di fiducia sull'esecutivo viene valutata da Pd e Forza Italia come l'anteprima di un possibile ingresso. "Vedremo cosa succederà", ha spiegato sornione Ignazio La Russa. Il ragionamento è che l'apporto di Fdi potrebbe arrivare qualora la convergenza dovesse servire a far sì che il governo sia a trazione leghista e non pentastellata. La linea è dettata dalla presidente di Fdi: "Valuteremo di volta in volta". Ma i senatori soprattutto di Forza Italia pongono un interrogativo: "Nella partita sulle commissioni Fdi verrà annoverata tra le forze di maggioranza o di opposizione?". Sul tavolo, sussurra più di qualche esponente azzurro, potrebbero esserci alcune presidenze, come quella della Difesa alla Camera e delle Politiche comunitarie al Senato. La circostanza è stata confermata oggi da numerosi retroscena di stampa. Leggi anche: Fuori dal governo, ma...quella frase di Giorgia Meloni "Hanno aperto le liste di reclutamento", è l'analisi di Pier Ferdinando Casini. I senatori a vita Mario Monti e Cattaneo hanno già fatto intendere di potersi astenere. I numeri per la fiducia sono sicuri ma potrebbero crescere mentre sono in corso le trattative all'interno del governo sui viceministri, sui sottosegretari. Trattative che potrebbero comprendere anche le nomine degli enti di Stato e della Rai e che verranno concluse solo dopo il ritorno di Conte dal Canada. "La verità - accusano dal Pd - è che vogliono prendersi tutto". Questa mattina già ci sono state scaramucce in Aula tra esponenti dem e quelli dei Cinque stelle. "Il discorso di Conte è una pietra tombale sulla rivoluzione liberale di FI", sbotta Renato Brunetta, mentre il senatore azzurro sottolinea che "il manifesto di Conte è molto più giallo che verde". Ma all'interno del centrodestra si rimarcano anche i punti positivi emersi dall'intervento del neopresidente del Consiglio. La Russa per esempio considera il discorso di Conte "didascalico e banale" ma osserva come il giurista abbia dimostrato una certa dose di moderazione: "Sembra - azzarda - un Gentiloni del centrodestra...".

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