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Elezioni amministrative, il terrore puro dentro il Pd: verso la sconfitta epocale?

Giulio Bucchi
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Un'affluenza di poco sotto il 20% alle 12 (superiore di 5 punti rispetto alle precedenti omologhe elezioni amministrative) e al 44,05% alle ore 19, rispetto al 40,03%. Sono i dati del Viminale relativi all'affluenza in 623 dei comuni complessivamente al voto. Il dato non tiene conto del risultato della Sicilia.  Il voto interessa oltre 761 comuni, di cui 20 capoluoghi, per un totale di 6,7 milioni di elettori coinvolti. È importante perché è una cartina di tornasole dello smottamento che si è creato il 4 marzo. È una prova per i due partiti di governo, Lega e M5S, che si presentano per la prima volta agli elettori dopo il matrimonio di interesse che ha dato vita al governo. Correranno divisi dappertutto al primo turno, ma in molti casi potrebbero allearsi al secondo giro, con l' obiettivo di sconfiggere il centrosinistra. È un esame per il Pd, che lotta per la sopravvivenza, rischiando di scomparire in moltissime realtà dove governa da decenni. È una prova per il centrodestra che quasi dappertutto torna in campo nello schema classico: Carroccio, Forza Italia e Fratelli d' Italia. Chi si gioca di più è il Pd. Al Nazareno si attende domenica come quando si guarda un fiume in piena, pronto a scavalcare l' argine. Non resta che aspettare, sperando che i danni siano limitati. Dei 20 capoluoghi, 15 hanno sindaci uscenti di centrosinistra. Il Pd potrebbe perderli tutti. Senza conquistarne di nuovi. La magra consolazione è che il conto finale non si farà domenica, ma il 24, quando si terranno i ballottaggi. Anche se il colpo arriverà, nessuno si illude nel Pd. Le città che più preoccupano sono le tre toscane: Pisa, dove ieri sono stati Andrea Marcucci e Graziano Delrio, Siena e Massa. Perché se cadono, come è possibile, si riduce ancora di più la ridotta del centrosinistra. Se il centrosinistra perde Pisa, Siena e Massa, sommate alle sconfitte in Umbria e in Emilia Romagna, la sua presenza nelle città di riduce davvero al lumicino. E tramonta definitivamente il concetto di regione rossa. Senza contare che la Toscana è terra renziana. L' altra zona cerchiata di rosso è la Sicilia, dove i comuni al voto sono tanti. E dove, anche qui, il Pd cammina verso il tracollo: rischia di perdere Catania, dove il sindaco uscente Enzo Bianco non ha nemmeno voluto il simbolo del Pd, ma anche Siracusa e Messina. Fuori dai capoluoghi, c' è allarme per Imola, cuore dell' Emilia un tempo rosso. Paolo Gentiloni è andato a sostenere la candidata Carmen Cappello. Ma anche qui il centrosinistra rischia la caduta: probabilmente si andrà al ballottaggio, ma se al secondo turno Lega e M5S convergessero, potrebbero espugnare una città che dal dopoguerra è governata dalla sinistra. Per il M5S è un esame delicato: si vedrà se questi mesi di trattative, sfociati nel governo, hanno danneggiato il movimento o no. Ma molto si gioca al secondo turno. In molti casi dovranno decidere se allearsi con la Lega, per sconfiggere gli eventuali sfidanti del Pd, o no.

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