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Matteo Salvini e i porti chiusi, il retroscena: "Mossa a tavolino studiata da 10 giorni"

Giulio Bucchi
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Una "mossa muscolare", studiata a tavolino da Matteo Salvini. È la tesi di Repubblica, secondo cui la chiusura dei porti e la crisi diplomatica sull'immigrazione non sarebbe stato un colpo a sorpresa. Il ministro degli Interni, domenica pomeriggio, avrebbe telefonato al premier Giuseppe Conte appena rientrato in Italia dal G7 in Canada: "È l'unico modo che abbiamo per farci sentire da quelli di Bruxelles, date retta a me, facciamo capire che la musica è cambiata". Anche Luigi Di Maio sembrava piuttosto convinto. Leggi anche: "C'è chi dice no". Salvini d'acciaio, blocca un'altra nave di migranti La verità, secondo Repubblica, è che il segretario della Lega "aveva il colpo in canna da 10 giorni, dall'insediamento". Salvini "ha tenuto sotto osservazione i flussi migratori riacutizzati, la riapertura del canale tunisino e di quello libico, dopo parecchi mesi di quiete". Erano tutti segnali destinati al nostro governo, per metterlo sotto pressione e "strappare accordi a condizioni più vantaggiose". Da qui la decisione di far scoppiare il caso, a livello nazionale e internazionale. 

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