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Aquarius, l'ultima follia di Danilo Toninelli: "Chiudere i porti? Mai...", la frase che può fregarlo

Giulio Bucchi
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Come fregarsi con le proprie mani. Danilo Toninelli, grillino e ministro delle Infrastrutture, è uscito con le ossa rotte dal caso Aquarius e porti chiusi. Come la parte, cioè, con minor voce in capitolo nel governo sebbene la decisione finale sulla chiusura degli approdi marittimi sia di sua pertinenza e non del ministro degli Interni Matteo Salvini. Ragione politica vorrebbe che il senatore pentastellato scegliesse di stare in silenzio per qualche giorno. E invece no: l'uomo della "massima concentrazione" è tornato alla carica cercando di sminuire il ruolo dello stesso Salvini.  Per approfondire leggi anche: "Da padre...". Toninelli schiacciato da Salvini, l'intervista rivelatrice "Non ha mandato nessuna lettera - ha detto Toninelli a Circo Massimo su Radio Capital -. Esiste una mail inviata dalla guardia costiera al porto della Valletta per chiedere di aprire i porti. La chiusura dei porti italiani non è mai stata all'ordine del giorno". Come dire: quello del Viminale è stato un bluff internazionale, una prova muscolare per piegare i partner Ue alle ragioni italiane. Toninelli, per cercare di uscirne meglio (personalmente e a livello di partito), ha cercato di lavarsi pubblicamente la coscienza di fronte all'elettorato grillino. Una mossa molto, molto rischiosa.

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