Roberto Fico, il grillino diventa casta: in soli quattro mesi dal bus al macchinone
Il primo giorno da presidente aveva preso il bus. L'85, dalla Stazione Termini fino a Via del Tritone. Roberto Fico era stato anche fortunato, aveva trovato posto a sedere. E, casualmente, un fotografo lesto a immortalare il «bel gesto» da cittadino comune. Poi però l' esperienza del numero uno di Montecitorio con il trasporto pubblico locale è finita lì. Pochi giorni dopo ha iniziato a usare l' auto di scorta: «Ragioni di sicurezza», ha precisato il suo staff. Adesso Fico ci deve aver preso gusto. Perché l' auto blu è una gran comodità, oltre che uno status symbol. E allora il primo bilancio previsionale della Camera targata M5S procede in continuità con il passato. Montecitorio pianifica l' acquisto di 7 nuove ammiraglie. Costo annuo: 200mila euro. Per approfondire leggi anche: Roberto Fico presidente sul bus: lo sputtanano, quanto ha speso davvero Fare opposizione alla casta è una roba da ragazzi. Poi quando prendi in mano le leve del comando, ti rendi conto che non è facile smontare il sistema. A volte inizia a piacerti. E il gusto di farsi scarrozzare è un vizio atavico della politica. I Cinquestelle negano, ma anche loro non sanno resistere alla tentazione di salire in auto dallo sportello di dietro. È successo al Comune di Roma dove, una volta insediatasi Virginia Raggi, la giunta aveva dichiarato guerra alle auto blu. Qualche mese dopo il grillino Paolo Ferrara veniva pizzicato mentre se ne andava in giro con l' autista. Stessa cosa in Sicilia. I pentastellati avevano fatto un casino per togliere il privilegio a tutti. Poi il grillino Antonio Venturino era stato scoperto a usare l' auto col lampeggiante: «Non ho la macchina», la giustificazione. Ad altre latitudini, pure gli eurodeputati pentastellati hanno scoperto il piacere dello chauffeur. Scelta verde - Non bisogna stupirsi dunque se Fico vuole una Camera automunita. L' obiettivo del «programma per l' attività amministrativa 2018-2020», allegato al bilancio previsionale, prevede «il rinnovo del parco auto di rappresentanza attraverso l' espletamento di una procedura di gara per l' acquisizione di sette autovetture ad alimentazione tradizionale e il noleggio di un' autovettura ad alimentazione elettrica». Mettere nel pacchetto anche l' auto green dimostra una sensibilità ambientalista che nella realtà stenta a decollare. Nell' autoparco di Montecitorio fa bella mostra di sé una Nissan Leaf elettrica. Ma sta sempre attaccata alla corrente elettrica. Non la usa mai nessuno. Tutti preferiscono le stilose Volkswagen Passat duemila turbodiesel. Ad avere il diritto all' utilizzo sono il presidente Fico, gli altri componenti dell' ufficio di presidenza, i presidenti delle Commissioni e pochi altri privilegiati. Il presidente grillino usa il modello in grigio, perché, a sua avviso, il blu fa «privilegio», la sfumatura fa «middle-class». Via le fotocopie - La relazione della Camera assicura anche che non ci saranno aggravi di spesa «nei servizi di noleggio con conducente» pur mantenendo «il livello qualitativo» degli anni scorsi. Montecitorio, come a ogni inizio legislatura, procederà a un rinnovo generalizzato delle forniture, che hanno scadenza quinquennale. Entro il 2018 ci saranno nuovi bandi. Le nuove forniture, oltre alle auto blu, riguarderanno i corsi di inglese e informatica per i deputati, la rassegna stampa e i toner. Ma anche il ristorante, i contratti telefonici e la convenzione per il primo soccorso. E i risparmi? Saranno dismessi i telefax e ci saranno tagli nell' approvvigionamento di carta da fotocopie. di Salvatore Dama