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Luigi Di Maio, perché Salvini indagato non si deve dimettere: "Previsto dal codice etico"

Gino Coala
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Luigi Di Maio ha cercato di spegnere sul nascere le polemiche scoppiate dopo l'apertura delle indagini a carico dell'alleato di governo Matteo Salvini. Polemiche scoppiate anche all'interno degli stessi grillini, inviperiti per il silenzio dei vertici pentastellati che in passato - vedi il caso di Angelino Alfano - avevano invocato le dimissioni immediate per il ministro sotto indagine. In una diretta su Facebook di domenica mattina da casa sua a Pomigliano, Di Maio ha messo subito in chiaro: "Secondo il codice etico che è contenuto nel nostro contratto di governo, il ministro dell'Interno deve continuare a fare il ministro". Leggi anche: Salvini, il retroscena sul terrore di Di Maio: "Basta, i miei non li tengo più" Sull'indagine Di Maio ha ribadito "pieno rispetto della magistratura", seppur tirando dritto perché "è nostro dovere attuare il programma elettorale". L'apertura del fascicolo a carico del capo del Viminale "credo si tratti di un atto dovuto", ha aggiunto il grillino, che ha voluto respingere i retroscena sulle prime crepe all'interno del governo: "In questi giorni non è mancata la compattezza del governo. Devo ringraziare il ministro degli Esteri Moavero e il premier Conte perché abbiamo fatto un gioco di squadra che sarà molto importante per le altre emergenze. Siamo stati compatti sulla linea da tenere, anche perché bisognava contrattare con altri Paesi. Il governo è stato ed è compatto sulle decisioni prese".

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