Pensioni, lo scippo clamoroso dei grillini sugli assegni: il trucco sulla cifra, chi vogliono rovinare
L'annuncio di tagliare le famigerate "pensioni d'oro" lanciato qualche settimana fa dal vicepremier Luigi Di Maio sembrava essersi scontrato contro la dura realtà dei numeri e delle leggi, che rischiavano di rendere nullo l'intervento per la minaccia di una pioggia di ricorsi da parte dei pensionati colpiti. Le alternative all'interno del governo non sono mancate, come l'idea di spolverare un prelievo una tantum come ai tempi del ministro Elsa Fornero. Eppure la proposta dei grillini non è del tutto sparita, anzi è viva e lotta insieme a noi attraverso il disegno di legge firmato dal capogruppo alla Camera Francesco D'Uva. Leggi anche: Pensioni, il paradiso senza tasse a due ore dall'Italia: salta l'obbligo di residenza, come fregano il fisco La proposta pentastellata prevede di ricalcolare le pensioni "pari o superiori agli 80 mila euro". L'iniziativa è intitolata "Disposizione per favorire l'equità del sistema previdenziale attraverso il ricalcolo contributivo dei trattamenti pensionistici superiori a 4 mila euro mensili". Ed è qui che emerge l'inghippo, visto che chi ha una pensione di 80 mila euro all'anno, al mese incassa meno di 4 mila euro. Lo chiarisce, come riporta il Giornale, per esempio il Cosmed, l'associazione di dirigenti e medici pensionati che stima tra i 3.780 e i 3.922 euro al mese la pensione nel mirino dei grillini. In più emerge una differenza sostanziale tra gli annunci di Di Maio e la proposta di legge di D'Uva: "Di Maio continua a ripetere che si agirà sul ricalcolo retroattivo dei contributi, mentre D'Uva ha presentato un disegno di legge che fa riferimento al ricalcolo retroattivo dell'età di andata in pensione. Due cose profondamente diverse". Quindi ad essere colpiti di più saranno quelli che sono andati in pensione a un'età più lontana da quella fissata oggi dalla legge.