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Bologna, tema choc di italiano per gli alunni di una scuola media: "Come facciamo a cacciare Salvini?"

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Caterina Spinelli
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"Come facciamo a cacciare Matteo Salvini?". È questa la domanda che si sono trovati nel compito di italiano gli alunni di una scuola media di Castel Del Rio, in provincia di Bologna. A segnalare l'accaduto è proprio un genitore, che ha immediatamente avvisato il commissario provinciale della Lega, nonché consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, Daniele Marchetti. "Si tratta di un fatto, qualora confermato, gravissimo. Se è vero che stiamo indagando sulla veridicità della segnalazione che ci è arrivata, è anche vero che sin da ora è possibile trarre alcune conclusioni incontrovertibili: come si fa a porre una domanda simile a dei ragazzini di 11-14 anni?". Leggi anche: Valentina Pavan, ecco che fine ha fatto l'assessore che ha augurato a Salvini la sedia elettrica E continua: "A quell'età i ragazzi vanno educati, devono imparare la lingua italiana, la matematica, le scienze, la geografia, le lingue straniere. Vanno a scuola per imparare e farsi una cultura senza condizionamenti esterni, tanto più se questi sono di matrice politica. Il solo pensare di sottoporre un compito in classe porgendo una domanda simile agli studenti significa non essere in grado di adempiere con correttezza alla propria professione di insegnante". Leggi anche: Aria di sgelo tra Buffagni e Salvini, ora trattano la querela Anche Fabio Morotti, segretario della Lega di Imola si scaglia contro l'insegnante: "Qualora le verifiche che stiamo facendo portassero a confermare i fatti chiederemo al Provveditorato di prendere immediati provvedimenti contro quella professoressa che ha scelto la scuola non per educare, quanto per fini di propaganda politica". Il diretto interessato, paragonato in termini di pericolosità alla malattia, alla guerra e alla desertificazione, replica sconcertato: "Non ci voglio credere, e infatti andrò fino in fondo per verificare se siamo di fronte a uno scherzo o a una triste realtà. Scriverò al ministro della Pubblica Istruzione. Un abbraccio a quei bimbi da parte di un papà che lavora per una scuola senza pregiudizi in un Paese libero".

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