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Luigi Di Maio: "Alitalia di nuovo dello Stato", ma Tria lo stoppa: "Delle cose del Tesoro mi occupo io non tu"

Matteo Legnani
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Il piano di cui Luigi Di Maio sta cianciando da giorni, seguito come un fedele cagnolino dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, di far tornare di proprietà dello Stato Alitalia, è una cosa che fa accapponare la pelle (tranne che ai sindacati, alcuni dei quali hanno già espresso soddisfazione per la "soluzione"). Dopo decine di salvataggi, decine di miliardi sprecati, ora l'idea sarebbe quella di costituire una newco "con una dotazione iniziale tra 1,5 e 2 miliardi in cui lo Stato manterrà una quota attorno al 15%, e il coinvolgimento di altre partecipate tra cui Ferrovie dello Stato". Soldi che ovviamente metteremmo, ancora una volta, noi. E se agli italiani si accappona la pelle, al ministro Giovanni  Tria girano le scatole: "Io penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell'Economia. Io non ne ho parlato", ha detto a proposito dell'ingresso dello Stato nel capitale. La speranza è che, diversamente da quando accaduto con la manovra, il titolare del Mef sia più fermo sulle sue posizioni. Leggi anche: Paolo Savona, retroscena da Palazzo Chigi: scontro furioso con Giovanni Tria

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