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Reddito di cittadinanza a base geografica, la supercazzola di Luigi Di Maio e Giuseppe Conte

Giulio Bucchi
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Il reddito di cittadinanza modulato su base regionale, la stretta alle pensioni d' oro confermata ma non inasprita e il condono per le cartelle esattoriali. Al pre consiglio dei ministri di ieri sera sono arrivati tutti i nodi contenuti nella legge di Bilancio e nel decreto fiscale. D' altronde i tempi stringono: i due testi debbono arrivare a Bruxelles, sui tavoli della Commissione europea, entro oggi. Con i cambiamenti sui quali il governo giallo-verde riuscirà a trovare una quadra molto ardua da raggiungere. Quale sia la linea di movimento si è intuito però fin da ieri mattina, quando il premier Giuseppe Conte ha parlato alla scuola di formazione politica della Lega, in corso a Milano. Il reddito di cittadinanza non si tocca, ma non avrà la stessa forza in tutta italia. «Stiamo pensando a come modulare le offerte di lavoro sulla base della distribuzione geografica», ha puntualizzato il presidente del Consiglio, con «un meccanismo di riqualificazione delle persone che hanno perso il lavoro. Abbiamo studiato il sistema tedesco», ha aggiunto il premier «e faremo tesoro di qualche inefficienza che si è verificata in Germania». Dunque i vecchi Centri per l' impiego, capaci di trovare lavoro ad appena il 3 per cento di quanti si rivolgono loro, dovranno fare meglio perfino dell' Agenzia federale tedesca per il lavoro, la Bundesagentur für Arbeit. Vedremo. Come possa avvenire la «modulazione» dell' assistenza ai disoccupati per ora non è dato sapere. Anche perché la Calabria non è la Renania: le offerte di lavoro ci sono oppure non ci sono. E in questo secondo caso modulare il nulla produrrebbe risultati deludenti. Assegni ridotti - E mentre da Bali, dove si è tenuto il meeting annuale di Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale, arriva un messaggio distensivo ma non troppo - «c' è ancora tempo per mettere le cose a posto nella manovra» - giunge una precisazione sulle rendite previdenziali più alte. «Il taglio delle pensioni d' oro partirà da quelle di importo pari a 4.500 euro netti al mese in su. Non esiste alcuna ipotesi di abbassare la soglia a 3.500 euro». La puntualizzazione arriva da fonti governative del Movimento 5 Stelle. Ma con questa soglia non si raggiunge il miliardo di gettito annunciato anche ieri dal vicepremier Di Maio in tv, a Domenica Live. La sforbiciata servirà a finanziare l' aumento delle pensioni minime a 780 euro. Ma con il taglio sopra i 4.500 euro (circa 7 mila euro lordi) si potrebbe arrivare al massimo a 130 milioni di euro, spiegano dalla Cgil. Secondo Itinerari previdenziali le pensioni sopra 4.000 euro riguardano circa 80.000 pensionati cioè lo 0,5% della platea totale. Il taglio medio sarebbe di circa 1.600 euro l' anno con una forbice tra il 3% e il 20% dell' assegno, in funzione dell' età di accesso alla pensione, e sarà proporzionato agli anni di uscita anticipata rispetto all' età a cui sarebbe scattata le rendita di vecchiaia. Sempre a Domenica Live, intervistato da Barbara D' Urso, il leader 5 Stelle ha lanciato un messaggio rassicurante: «Domani (oggi per chi legge, ndr) approviamo la manovra, e i soldi ci sono. In questi anni chi diceva che non c' erano, di notte i quattrini per le banche e i giornali di partito li trovava». Stranieri esclusi - Infine due puntualizzazioni che riguardano il reddito di cittadinanza. «Inevitabilmente dobbiamo farlo solo per gli italiani, ma non per razzismo», ha chiarito Di Maio, «finchè non abbiamo la regolazione dei flussi, la misura si rivolge solo agli italiani: gli anziani, i disoccupati, i giovani senza lavoro in depressione, tutti quelli di cui oggi ci si riempie tanto la bocca. Come Stato ho il dovere di aiutare il figlio o la moglie di chi paga le tasse da trent' anni». E «il 47% delle famiglie destinatarie sono dal centro nord». Sulla carta si preannuncia anche una stretta vigilanza sui beneficiari del trattamento. «Con un software metteremo insieme le banche dati per sapere se sei davvero un disoccupato, gli immobili che possiedi e così via», annuncia il vicepremier grillino, «se entri nel programma del reddito di cittadinanza ti devi formare. E se rifiuti il lavoro uscirai dal programma». di Attilio Barbieri

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