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Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, ponti tagliati definitivamente dopo la manovra

Giulio Bucchi
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Chi è il più duro nel condannare la manovra di Lega e M5s? No, non è Jean-Claude Juncker. E no, non è neanche il Pd. Sorpresa, ma fino a un certo punto. In questi giorni la dichiarazione più tranchant sulla finanziaria di Matteo Salvini e Luigi Di Maio arriva da Forza Italia.  Leggi anche: Meloni, la scalata a Cav e Salvini. Il piano d'espansione di Fratelli d'Italia "Il giudizio è unanime, in Italia e fuori - è l'accusa di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e numero due azzurro -. Una manovra che non favorisce la crescita, che non crea lavoro, che è destinata a impoverire gli italiani, negativa da tutti i punti di vista". In fondo, Juncker è stato più tenero con l'Italia ("Non è sul banco degli imputati"). Il problema, nota Italia Oggi, è fondamentalmente di politica interna. Lo scorso sabato pomeriggio il vice di Salvini nella Lega, Giancarlo Giorgetti, ha di fatto celebrato il De Profundis di Silvio Berlusconi, spiegando che "il centrodestra com'è stato fino a oggi non esiste più", lanciando la leadership salviniana di una nuova coalizione sovranista. Logico che il Cav e i suoi collaboratori più stretti si sentano liberi di attaccare l'(ex?) alleato e i 5 stelle, puntando a "rappresentare i (peraltro pochi) scontenti del governo pentaleghista", come sottolinea il quotidiano economico. Che riflessi possa avere questa guerra strisciante sui rapporti con i leghisti (anche a livello locale), sui sondaggi e sulle prossime elezioni è tutto da vedere. 

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