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Pensioni, Giovanni Tria: "Quota 100 e reddito di cittadinanza saranno in un ddl collegato alla manovra 2019"

Caterina Spinelli
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A Giovanni Tria tocca l'ingrato compito di far tornare i conti. Non basta il giudizio almeno in parte positivo di Standard & Poor's per risolvere la questione sulla Legge di Bilancio, così il ministro dell'Economia, sostenuto dal sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti - spiega Repubblica -, ha pensato di aggirare la questione. Quota 100 e il reddito di cittadinanza diventerebbero disegni di legge collegati alla manovra 2019. Le due misure verrebbero finanziate dalla legge di Stabilità, con deficit invariato al 2,4%, ma i 16 miliardi previsti per il reddito e la Fornero dipenderebbero da un ddl "separato". Leggi anche: Tria a rischio dimissioni? Ci pensa Mattarella Un modo per far sì che il Parlamento non sia obbligato ad esaminarlo entro dicembre e possa prendersi tutto il tempo necessario a partire da gennaio 2019. La spesa effettuata rimarrebbe dunque congelata e, in caso di rifiuto, queste cifre resterebbero comunque nei bilanci dello Stato. Il paracadute di Tria è già espresso alla pagina 8 della Nota al Def: "I due interventi saranno contenuti in un collegato alla legge di Bilancio": 6,7 sono i miliardi previsti, nel documento inviato a Bruxelles,  per quota 100 nel 2019 e altrettanti per gli anni successivi. Peccato però che già per il 2020 mancherebbero all'appello 3 miliardi, rendendo obbligatorio un altro intervento. E la bozza di manovra? Il progetto si limita a prevedere 9 miliardi per il reddito e 6,7 per le pensioni. Leggi anche: Giorgetti tenta la trattativa con l'Europa per salvare le banche L'auspicio di Tria è quello di posticipare i problemi, in modo da difendere il Paese. Nel caso in cui non si riuscisse a congelare i due interventi, il ministro ha già un asso nella manica e pensa di far partire le due misure da metà anno. La riuscita del piano non è così semplice, perché con le europee in vista i due vicepremier sembrano ben poco accondiscendenti.

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