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Silvio Berlusconi, la teoria del Cav sul perché ha perso le elezioni: "Cosa è successo dopo l'addio al Milan"

Gino Coala
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Sono passati 25 anni da quando Bruno Vespa ha incontrato per la prima volta Silvio Berlusconi per un suo libro, nel mezzo ci sono state tre vittorie del Cav diventato premier per altrettante volte, fino all'ultima tornata elettorale, con un'Italia drasticamente cambiata dall'esordio del 1994. All'epoca Berlusconi decise di lasciare il lavoro da imprenditore: "perché c'era il rischio che l'Italia finisse in mano ai comunisti, figli dell'ideologia più criminale e disumana nella storia dell'umanità - riporta Vespa nel suo libro "Rivoluzione", anticipato dal Giornale - Adesso guardo nello specchio e vedo un signore della mia età che, per strane vicende del destino, sembra essere ancora chiamato a salvare l'Italia dai 5 stelle, da una compagine pericolosa perché aggiunge al veterocomunismo giacobino del vecchio Pci una incompetenza e una ignoranza assolute. Per di più, le loro azioni sono sempre ispirate dall'invidia e dall'odio sociale". Leggi anche: Conte a Vespa: "Noi barbari? Mi piace", poi la clamorosa frase sul "cerbiatto" Di Maio Quando il 4 marzo ha vinto le elezioni la coppia Di Maio-Salvini, Berlusconi si è detto "basito". Vespa gli fa notare che molto probabilmente ha sbagliato la campagna elettorale, evitando di andare in giro per il territorio. Berlusconi ha una sua teoria: "Avevo affidato ai miei uomini il compito della campagna elettorale sul territorio, mentre io sarei andato in televisione. Ho fatto in media due presenze al giorno in Tv, diventate quattro, sei, dieci negli utlimi giorni. Credo di aver esposto con grande chiarezza il nostro programma per riprendere la crescita e aumentare il benessere. Ero convinto che avremmo migliorato rispetto alle elezioni precedenti e che il risultato sarebbe stato molto diverso dal quel 14% che mi ha lasciato basito". Dopo aver innovato la comunicazione politica negli ultimi due decenni, Berlusconi ammette l'errore di aver sottovalutato l'impatto dei social network sulla campagna elettorale, un errore che per esempio la Lega si è guardata bene dal fare. Secondo il Cav però ci sono almeno tre grandi motivi dietro la sconfitta di Forza Italia: "Primo: io non ero candidato, e questo ha contato moltissimo. Secondo: l'impossibilità di essere indicato come candidato premier ha inciso negativamente, secondo quanto ci dicono i sondaggi: la nostra gente vuole Berlusconi, vota Berlusconi e ha avuto la sensazione che Berlusconi stesse per mollare. Il che, naturalmente, non era e non è. Terzo: la vendita del Milan è stata percepita in modo molto negativo dai tifosi: 2 milioni e mezzo di milanisti hanno voluto punirmi per aver abbandonato i colori rossoneri. Ovviamente io non ho abbandonato alcunché, continuo a essere il primo e più grande tifoso del Milan, ma i costi del calcio mondiale non sono più sopportabili per una singola famiglia".

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