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Giorgia Meloni, l'alleanza in Europa con i Conservatori di Fitto: "Così batteremo la sinistra e Macron"

Gino Coala
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Giorgia Meloni, nasce l' asse tra Fratelli d' Italia e i conservatori e sovranisti dei paesi Visegrad. Alle Europee di maggio correrete con il vostro simbolo o ci saranno novità? «Questa scelta va nel solco del progetto che abbiamo lanciato ad Atreju, quello di costruire, a partire da Fratelli d' Italia, un grande movimento di tutti i conservatori e sovranisti italiani, alleato ma distinto dalla Lega. Il nostro simbolo è diventato un punto di riferimento credibile per milioni di italiani e naturalmente lo ritroveranno sulla scheda il 26 maggio. Non escludiamo, però, di integrarlo per rendere anche graficamente più inclusivo il nostro progetto». Leggi anche: Meloni, l'accordo con il gruppo Visegrad alle Europee: con chi fonda un nuovo partito Cosa vi unisce ai Conservatori europei? «Dopo la Brexit e la fuoriuscita degli inglesi, il gruppo sarà guidato dai conservatori polacchi, il principale partito di governo del blocco di Visegrad che per noi rappresenta un modello di come si può stare in Europa a testa alta senza rinunciare alla propria sovranità nazionale. Con loro e con altri partiti europei la destra italiana è stata alleata fino al 2009 e quindi per noi è una collocazione naturale. Ci auguriamo poi che a maggio si possa concretizzare anche l' ingresso di Orban in questo gruppo, sarebbe una scelta coerente e positiva. Inoltre vogliamo rafforzare la voce dell' Europa mediterranea che già oggi vede nel gruppo Ecr la presenza importante di Raffaele Fitto e Remo Sernagiotto». Cosa vi distingue da Salvini e Le Pen? «Noi riteniamo che non basti dire no a questa Unione Europea, ma si debba avere il coraggio di proporre un modello alternativo. Crediamo in una confederazione di nazioni libere e sovrane, capaci di coordinarsi su materie centrali come immigrazione, sicurezza e mercato interno, ma libere di scegliere il meglio su tutto il resto, senza ingerenze dei burocrati europei». Alla luce dell' asse siglato a Bruxelles, è possibile che si vada verso una lista unica che contenga Fratelli d' Italia, Lega e una parte di Forza Italia? «Noi siamo in campo con il nostro progetto, puntiamo a superare ampiamente lo sbarramento e a tornare a Bruxelles con una pattuglia numerosa e combattiva. L' obiettivo è rafforzare il polo sovranista, in cui noi e il gruppo conservatore lavoreremo per unire i popolari ai populisti confinando per sempre la sinistra e Macron fuori dalle stanze dei bottoni europei». Questa scelta di campo complica ancora di più i rapporti con Forza Italia, che aderisce al Ppe. È così? «Su questo con Forza Italia abbiamo sempre avuto posizioni distanti, per troppo tempo li abbiamo visti votare con la Merkel. Dopodiché il nostro auspicio è che il Ppe prenda sempre più la strada indicata da Orban e abbandoni definitivamente l' abbraccio mortale con la sinistra». FdI ha incontrato il premier Conte, dando disponibilità a votare il decreto sicurezza. L' esecutivo poi è ricorso alla fiducia. Ora cosa farete? «Purtroppo il regolamento del Senato impedisce di votare il provvedimento separato dalla fiducia e quindi ci asterremo. Non abbiamo mai nascosto la nostra disponibilità a votare il decreto sicurezza perché, seppur incompleto, rappresenta un cambio di passo rispetto al buonismo dei governi Pd. Certo fa specie che tutti i nostri emendamenti siano stati bocciati, in nome di un compromesso al ribasso tra Lega e M5S». La fiducia è un segnale di debolezza per il governo? Di Maio non sembra riuscire a tenere unito il suo partito. «Ho sempre considerato il M5S una forza di sinistra su tutte le principali questioni del nostro tempo. Dall' immigrazione ai valori non negoziabili, fino al rapporto con l' Europa la pensano come il Pd. E ne ho avuto conferma proprio qui a Bruxelles dove tutti ci hanno confermato che, dopo aver cercato di aderire al partito europeo di Mario Monti, in aula su questi temi i grillini votano quasi sempre con le sinistre. È inevitabile che queste contraddizioni emergano e non ci sarà sempre la fiducia a salvarli». In caso di espulsione o scissione della sinistra grillina, FdI potrebbe essere interessata a entrare nell' area di maggioranza spostando l' asse a destra? «Abbiamo sempre detto che non siamo interessati ad entrare in maggioranza per qualche strapuntino. Ci interessa provare a condizionare le politiche di questo governo per il bene degli italiani. Continueremo a fare la nostra opposizione patriottica, votando a favore dei provvedimenti utili e contro quelli dannosi». L' esperienza di questo governo è destinata a finire con le Europee? «Questo governo cadrà quando sarà pronta un' alternativa credibile. Noi siamo impegnati a costruire questa alternativa, affiancando alla Lega un partito conservatore e sovranista, nazionale, credibile e di governo, per salvare Salvini dall' abbraccio mortale con i 5 stelle e riportare al governo un centrodestra rinnovato». Che ne pensa dell' emendamento M5S che sospende i tempi di prescrizione? «Una forzatura inaccettabile, figlia di una scarsa cultura di governo e di un' ideologia giustizialista che persino io, che di certo non sono tenera su certi temi, respingo. Il nostro modello è "fine pena mai per gli assassini", quello dei 5Stelle è "fine processo mai per i cittadini". Bisogna affrontare il tema alla radice: si fa giustizia giusta se si garantiscono tempi brevi e certi per i processi, non se si tiene la gente imputata per tutta la vita. La maggioranza si rimangi questa norma scellerata». di Salvatore Dama

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