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Luigi Di Maio, Giuseppe Sala: "Le chiusure dei negozi le faccia ad Avellino ma non rompa le palle a noi"

Matteo Legnani
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Il sindaco di Milano Giuseppe Sala non è tipo da grandi slanci, neppure verbali. Ed è uno che ai tanti elettori o simpatizzanti di centrodestra del capoluogo lombardo piace poco, forse addirittura meno del suo predecessore giuliano Pisapia. Ma quel che il primo cittadino ha detto oggi a un convegno pubblico davanti a centinaia di persone, non potrà che provocare un gran godimento persino ai leghisti più integralisti. Nel corso del suo intervento a "Elle acrive!" alla Bicocca, a Sala è stato chiesto che cosa pensasse delle chiusure domenicali dei negozi volute dalla parte grillina del governo: "Le trovo una follia" ha replicato il primo cittadino milanese. Ma la parte più goduriosa è arrivata dopo: "Se le vogliono fare (le chiusure domenicali, ndr) in provincia di Avellino, le facciano pure, ma a Milano è contro il senso comune. Pensassero alle grandi questioni politiche, nona rompere le palle (sì, ha detto proprio "palle", ndr) a noi che abbiamo un modello che funziona e 9 milioni di turisti". Immediata la replica di Di Maio, che definisce Sala "sindaco fighetto del Pd". Ma il primo cittadino milanese non si fa insultare: Quando il Ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi fighetto. Non ho altro da aggiungere". Leggi anche: Ronzulli: "Chi è davvero Di Maio. Chiudiamo lui, non le domeniche"

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