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M5s, l'ultimo delirio grillino contro i giornali: le cinque testate messe al bando, c'è anche Libero

Gino Coala
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Alla redazione di Libero non bastava la crescita nei dati di vendite del nostro quotidiano e del traffico sul sito liberoquotidiano.it. Mancava ancora una medaglia, un riconoscimento che finalmente è arrivato dal Blog delle stelle, che ha messo all'indice cinque quotidiani italiani accusate di nascondere famigerati conflitti di interessi per "colpa" degli editori che in quei giornali investono i propri soldi. Leggi anche: Di Battista, la sua lista dei "giornalisti liberi" Nella lista dei cattivi, con grande orgoglio possiamo dirvi che c'è Libero, poi Il Giornale, Repubblica, La Stampa e il Messaggero. Secondo la gogna grillina, queste cinque testate sono colpevoli come il peccato: "Anziché informare i cittadini - scrivono sul blog - l'obiettivo diventa orientare l'opinione pubblica dando poca rilevanza a certe notizie, o non pubblicandole, rilanciare notizie tendenziose e in alcuni casi promuovendo vere e proprie fake news per soddisfare gli interessi affaristici o politici dell'editore. Questa - continua il delirio pentastellato - non è libertà di informazione, è inquinamento del dibattito politico". Secondo i grillini, insomma, il "primo fondamentale passo è liberare l'informazione dal conflitto d'interesse. Oggi non se ne parla più e non perché il problema sia stato risolto, ma perché si è ampliato e praticamente quasi tutti gli editori dei principali giornali nazionali si trovano in conflitto di interesse, causando un danno alla qualità dell'informazione italiana che non a caso è considerata dalle classifiche internazionali come parzialmente libera". E finalmente arrivano i Cinque stelle a liberare l'informazione, proponendo di schedare uno a uno tutti gli imprenditori che investono nell'editoria. I dettagli però sono ancora allo studio del trust di cercelli che ha partorito questa geniale idea per rilanciare la libertà di stampa: "In post successivi - assicurano - approfondiremo il profilo di ogni singolo editore citato, quindi gli interessi industriali e gli intrecci con il partito di riferimento, e anche di altri che non sono affrontati in questa sede". di Giovanni Ruggiero

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