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Laura Ravetto, la legge per dare ai single il diritto di adottare: nel resto d'Europa è già una realtà

Maria Pezzi
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È difficile pensare che un bambino senza genitori e solo al mondo stia meglio in un orfanotrofio che adottato da un single. Non è automatico, poi, che un uomo e una donna insieme siano per forza più amorevoli di una famiglia formata da una sola persona: guardiamo ad esempio il caso recentissimo del single gay Luca Trapanese che ha adottato una neonata, Alba, affetta da sindrome di Down rifiutata da sette famiglie cosiddette normali. Spesso poi, per ragioni che fanno parte della vita (divorzi, assenze, lutti) spesso un bambino si trova ad essere cresciuto da un solo genitore. Eppure, a differenza di tanti altri Paesi europei e degli Usa, l' adozione da parte di una persona single in Italia è praticamente impossibile. Alcuni giorni fa ha spiazzato tutti la dichiarazione dell' ex marito di Belen Stefano De Martino: «Sono pronto a regalare a un bambino meno fortunato di Santiago (suo figlio, ndr) una nuova vita Ho contattato il mio avvocato, che mi ha parlato della possibilità di adottare un bambino anche da single. Ma è molto difficile». LA LEGGE ITALIANA  - Ma le cose potrebbero cambiare. Uno spiraglio arriva dal disegno di legge presentato dall' onorevole di Forza Italia Laura Ravetto, sposata con il collega Dario Ginefra e madre di una bambina, Clarissa: chiede l' allargamento del diritto di adottare anche a chi non ha marito, moglie o compagno. Oggi non è così: possono farlo solo le coppie sposate da almeno tre anni. «Secondo la legge», spiega l' avvocato Lorenzo Puglisi, specializzato in diritto di famiglia, «che, essendo scritta nel 1983, necessita una revisione per recepire i cambiamenti sociali e del contesto storico dell' Italia, in casi rarissimi un single può adottare». Eccoli: in caso di vincolo di parentela entro il sesto grado per bimbi orfani; in caso di decesso di un coniuge dopo la domanda di adozione; in caso di minori con disabilità (la vicenda di Luca Trapanesi). «UNA VERGOGNA» - Per Laura Ravetto, quest' ultimo punto è una «cosa vergognosa e discriminatoria, perché, in pratica, l' ordinamento divide i minori in bambini di serie A o di serie B». L' onorevole di Forza Italia, insieme al medico Serena Caprio, che ha raccolto 12mila firme in quattro mesi a sostegno della proposta, ha depositato alla Camera due proposte di legge per allargare a tutti il diritto di adozione. Intende rivolgersi direttamente al Ministro della Famiglia Fontana. Un testo «prevede la possibilità per il single di adottare con le stesse modalità della coppia», mentre il secondo andrebbe ad incidere «sulle norme oggi in vigore, che permettono l' adozione nel caso il richiedente abbia un consolidato rapporto di consuetudine con il bambino che, altro requisito essenziale, deve essere orfano». Per approfondire leggi anche: Vittorio Feltri sugli omosessuali: "Sì al matrimonio e all'adozione" La modifica proposta dalla Ravetto mira ad allargare lo spettro delle persone che possono adottare. Non più solo la coppia. Una modifica formale che diventa un risultato sostanziale. E per single si intendono tutte le persone non sposate, siano essi eterosessuali che omosessuali. «Il mio non è un attacco alla famiglia tradizionale o un assist agli omosessuali che vogliono adottare», chiarisce la Ravetto, «è una proposta di buon senso, presentata nell' interesse dei diritti dei bambini. Parlando con le persone mi sono resa conto che questo è un tema trasversale, né di destra o di sinistra». «Questa proposta vuole dare ai bambini, e non agli adulti, l' opportunità di trovare una persona che li accolga con amore», dice la Ravetto, che già nella scorsa legislatura aveva iniziato la sua battaglia, sostenuta - assicura - anche da tanti colleghi in Forza Italia. L' AFFIDO - «Una proposta degna di plauso, che allineerebbe l' Italia a tanti Paesi come Francia, Spagna, Germania e Regno Uniti», commenta l' avvocato Puglisi, che ribadisce: «Andrebbe rivista tutta la legge, perché non riesce più ad abbracciare i tanti casi della nostra società: penso alle coppie di fatto escluse dato che solo chi è sposato da un minimo di 3 anni può chiedere l' adozione, e poi ai tanti minori spediti con il barcone in Italia, dove non trovano nessuno che si prenda cura di loro». «La riforma della legge sull' adozione è necessaria e non più rimandabile», insiste il legale, «al fine di evitare che siano i Tribunali e le Corti di appello, sino alla Cassazione, ad emanare sentenze che ratificano i legami d' amore nati in una società che non è più rappresentata dall' ordinamento legislativo attuale». Puglisi apre poi una grossa parentesi relativa all' affido, un istituto di cui si parla poco ma molto importante. A differenza dell' adozione, ha una durata di due anni, ma prorogabile. L' affido temporaneo (diverso da quello preadottivo, che precede l' adozione vera e propria) non mira a recidere il rapporto tra il bambino e la famiglia biologica «anche se con la riforma del 2015», illustra Puglisi, «è stato sancito il diritto alla continuità affettiva dei minori che di fatto ha creato un canale preferenziale tra la famiglia affidataria e l' adozione». I soggetti che possono fare domanda e inserirsi nelle liste predisposte dai Comuni sono: coppie sposate, non sposate, single. Non ci sono limiti di età per chi fa domanda, mentre per il minore si va dai due ai 17 anni. Conclude l' avvocato Puglisi: «Questo strumento peraltro è appannaggio del Servizio Sociale e deve essere maggiormente portato all' attenzione della collettività che ignora come si possa parlare di affido anche nei casi in cui viene fornito un supporto esterno ai minori nell' ambito di famiglie in crisi, senza necessariamente prevedere un loro collocamento lontano dal nucleo di origine». di Alessandra Menzani

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