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Silvio Berlusconi, la lettera di Stefano Maullu: "Ti spiego perché lascio Forza Italia"

Cristina Agostini
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Caro Presidente, ventiquattro anni fa è iniziato il mio percorso entusiasmante in un movimento, Forza Italia, che seguendo il Suo esempio ha portato nella politica italiana qualcosa di completamente nuovo. Era un movimento che guardava al futuro, che sapeva rappresentare ogni categoria sociale con valori chiari e forti. Era un movimento che metteva al centro della sua azione il riconoscimento del merito, per cui il figlio di persone normali, non ricche o altolocate - come tante arrivate a Milano dalla Sardegna per lavorare - con tenacia, passione e competenza poteva, nel tempo, vedere il frutto del proprio lavoro, sino a diventare assessore regionale e, in seguito, europarlamentare. Questa è la mia storia, la storia di metà della mia vita vissuta nel segno di Forza Italia e di valori mai traditi, insieme e grazie a 100.000 persone che negli anni mi hanno dato fiducia, scrivendo il mio nome sulla scheda elettorale e affidandomi una grande responsabilità che oggi, in coscienza, non posso tradire. Leggi anche: "Ecco come Salvini può arrivare ad avere il 100%". Minzolini, demolito il Cav  Si chiude un percorso con la triste consapevolezza che a cambiare non sono stato io ma un partito, Forza Italia, che si è chiuso in se stesso, si è allontanato dalla gente, da tutti coloro che soffrono e che chiedono risposte, dimenticandosi dei bisogni reali degli italiani, proponendo schemi vecchi e logori, dove chi si impegna e lavora non è visto come una risorsa ma come un peso, un ostacolo per un partito ormai in mano a un gruppo autoreferenziale, che si aggroviglia tra rancori e lotte di potere che hanno trasformato questo sogno italiano in un sonnambulo che non sa dove andare. Ricordo i gazebo nelle piazze, la vera e propria militanza, la base del movimento che partecipava, le categorie sociali che si sentivano rappresentate, i giovani, i professionisti, gli imprenditori, gli anziani che vedevano in Forza Italia un punto di riferimento sempre pronto a dare risposte concrete. Ecco, quella Forza Italia non c' è più. CHI TIFA SPREAD - Ricordo i sorrisini ironici a Lei dedicati dalla Merkel e da Sarkozy. Quei sorrisi sprezzanti non erano segno di forza, ma di debolezza e di fastidio: perché Forza Italia in Europa non accettava di vedere calpestati gli interessi del nostro Paese, si batteva con coraggio, e questo portò all' attacco a colpi di spread e al vero e proprio golpe per insediare un nuovo governo più malleabile che sostituisse il Suo, come accaduto nel 2011. Era la reazione dell' asse franco-tedesco contro un governo che, allora, difendeva con passione e determinazione gli interessi dell' Italia. Oggi, al contrario, la stessa Forza Italia si è piegata, è arrivata a tifare per il partito trasversale che usa lo spread come una clava per sovvertire gli equilibri interni del Paese, si è allineata con Juncker, con Moscovici, con la burocrazia europea, con i nemici dell' Italia. Come posso essere a favore di tutto questo? È una situazione che vivo con difficoltà al Parlamento Europeo, e Le confesso che provo imbarazzo quando la gente mi ferma per strada e mi dice che Forza Italia non la rappresenta più, che è diventato un partito di raccomandati. Come dagli torto? Non sono disposto a tradire la mia storia, i miei ideali, la mia gente, il mio Paese, perché prima di qualsiasi contestazione al governo di turno, di qualsiasi colore esso sia, in Europa io difendo l' Italia. Per questi motivi oggi la mia scelta è sofferta, ma obbligata. Senza rancori né rimpianti, sia chiaro, e con gratitudine per le molte cose realizzate insieme: ma coerenza e coraggio mi impongono di concludere questo percorso, che non può proseguire insieme a chi ha dimenticato cosa significhi difendere sempre l' Italia e mettere davanti a ogni cosa il bene degli Italiani. Si chiude un capitolo e contemporaneamente si rinnova con sempre più determinazione l' impegno in un movimento come Fratelli d' Italia, che rappresenta oggi i valori di quella destra moderata da sempre maggioritaria nel sentimento degli italiani. Un' area che vuole mantenere vivo l' amor di Patria, che pensa prima di tutto a chi è rimasto indietro, agli imprenditori colpiti duramente dalla crisi, ai giovani che sognano un futuro in cui poter costruire con serenità una vita e una famiglia, ai pensionati che dopo anni di lavoro hanno il diritto di vivere dignitosamente. IL RUOLO DEL PPE - Le prossime sfide sono decisive per la nostra Italia, che in Europa deve affermare il proprio orgoglio anziché inchinarsi all' egoismo di Francia e Germania, che deve guardare alla Russia come partner naturale, senza dimenticare la nostra dimensione atlantica, che deve contrastare i tecnocrati di Bruxelles facendo loro capire che siamo la settima potenza industriale al mondo e che se pensano di trattarci come la Grecia sono totalmente fuori strada. In questi anni al Parlamento Europeo ho sempre lavorato per difendere l' Italia, trovandomi spesso in contrapposizione al Partito Popolare Europeo proprio in nome di valori che non riesco a tradire. Da oggi in poi, con uguale tenacia e identica determinazione, la mia battaglia proseguirà, e la combatterò con gli amici vecchi e nuovi dentro Fdi con la consueta coerenza e con il coraggio di chi ama l' Italia sopra ogni cosa. di Stefano Maullu

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