Luigi Di Maio, la fine politica sua e del M5S: reddito di cittadinanza tagliato da 780 a 500 euro
La fine politica di Luigi Di Maio, il tracollo di consensi del Movimento 5 Stelle. Sul reddito di cittadinanza, il ministro per lo Sviluppo economico si sta giocando il collo. Perchè, secondo quelle che sarebbero più che indiscrezioni, il reddito di cittadinanza, che fu il cavallo di battaglia dei grillini nella campagna elettorale per le elezioni dello scorso 4 marzo, si ridurrà dagli annunciati 780 euro a disoccupato a 500 euro a famiglia. Ancora molto superiore al reddito di inclusione varato dal governo Gentiloni, che è di 305 euro. Ma il 35% in meno della cifra grazie alla quale i 5 Stelle avevano stravinto le elezioni al Sud Italia, riuscendo alla fine ad imporsi come primo partito anche a livello nazionale. Non bastasse, nella proposta attuale sono state previste limitazioni sull'accesso, che comprendono tra l'altro Isee a 9.360 euro annui, capitale immobiliare fino a 30 mila euro oltre alla prima casa, patrimonio mobiliare entro i 10 mila euro per famiglie con più figli. Considerando l'ipotetica partenza degli assegni l'1 aprile, il costo totale si aggirerebbe sui 7 miliardi. Leggi anche: Matteo Salvini, reddito di cittadinanza. Come stanno davvero le cose: "Ma quali tesserine in stampa..."