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Ecotassa sulle auto, Luigi Di Maio e la fine ridicola del M5s: il "caso Panda" travolge i grillini

Giulio Bucchi
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I grillini tentano il blitz in manovra, Matteo Salvini li scopre e finisce nel modo più indecoroso: Luigi Di Maio costretto a una frettolosa, disastrosa retromarcia sull'eco-tassa sulle auto. La bomba scoppia tra mercoledì sera e giovedì mattina, quando l'Italia scopre il sistema di bonus per l'acquisto di auto elettriche e malus (devastanti) per le auto che inquinano di più, a cominciare dalle utilitarie di piccola cilindrata. Scoppia il "caso Panda", con Salvini che precisa subito di essere "assolutamente contrario" all'emendamento infilato di straforo dal M5s nella Legge di Bilancio in discussione alla Camera.   Leggi anche: L'ecotassa grillina sulle auto, quanto si rischia di pagare in più. Un disastro La misura terrorizza tutto il comparto, che prevede un crollo di vendite. "Se ci sono bonus per chi vuole cambiare, benissimo - attacca Salvini intervistato a Radiouno Rai - ma non penso che ci sia qualcuno che ha un euro3 diesel per il gusto di avere la macchina vecchia, evidentemente non ha i soldi per comprarsi la macchina nuova". La deputata grillina Lucia Azzolina difende l'emendamento ma Di Maio, capito il precipizio in cui il Movimento si stava infilando con le proprie mani, prova a riparare convocando un "tragicomico" nuovo tavolo con le categorie. "Non esiste nessuna nuova tassa per auto già in circolazione - spiega il vicepremier grillino -. Chi ha un Euro3 o qualsiasi altra macchina non pagherà un centesimo in più. Questa norma è passata così in legge di Bilancio ma si può migliorare al Senato. Ora ci mettiamo tutti intorno a un tavolo associazioni di costruttori e cittadini per migliorare questa norma. L'obiettivo di questo governo è anche non danneggiare le famiglie".

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