Matteo Salvini, come diventa pure re di Napoli: chi ci sarà in piazza, così si prende l'Italia
A due giorni dalla manifestazione di piazza del Popolo ieri, sulla direttrice di via del Corso, era già tutto un via vai di parlamentari, dirigenti e semplici militanti della Lega. «C' è grande attesa per questo "abbraccio politico" fra un leader sempre più riconosciuto come tale e la sua gente. Leggi anche: Manovra, lo sfregio del grililno Fico al leghista Borghi: l'accusa infamante in aula, la reazione brutale Volevo respirare l' aria della vigilia per rendermi conto meglio, poi, del fatto che la riempiremo tutta», assicura Rossano Sasso, deputato pugliese che incrociamo al ritorno dal suo personale sopralluogo. Le ultime novità - l' ufficializzazione del tricolore sul palco, una prima assoluta anche per la Lega "nazionale" - confermano anche dal punto di vista dell' immaginario il tema scelto, "L' Italia rialza la testa", e la sostanza dell' ultimo invito di Matteo Salvini: «Mi aspetto una piazza del Popolo carica di entusiasmo, con tanti giovani che hanno voglia di cambiare - ha spiegato -. Non sarà una manifestazione contro qualcosa, ma per il futuro dell' Italia». SPILLA TRICOLORE Per dimostrarlo plasticamente il vicepremier e ministro dell' Interno indosserà la spilla dell' Italia e non quella "identitaria" con Alberto Da Giussano: «Lo farò», perché data la posta in palio - fra gli obiettivi della manovra e il ruolo, richiamato dai supporter internazionali, dell' esperienza del governo italiano nella riforma dell' Ue - la scelta è non parlare solo ai leghisti, «ma a tutti gli italiani». Insomma, se nel 2015, sempre nella piazza storica dei comizi di Giorgio Almirante, è stata la Lega di lotta ad andare in scena e a vincere la scommessa (allora era l' opa sulla destra), domani sarà il Carroccio di governo a legittimare la sua presenza a Roma, e da qui in tutto il Meridione, in vista della sfida delle sfide: le Europee di maggio. Non è un caso che, a fronte della collaudatissima macchina del Carroccio nordista (con treni speciali, pullman e tante carovane in automobile dalle Alpi alla Toscana, con quest' ultima che assicura più di mille partecipanti in arrivo), i leghisti del Sud sono pronti da parte loro a "dimostrare" più del previsto. «Trentaquattro pullman solo dal resto delle province del Lazio, immaginatevi da Roma dove tutti i municipi saranno rappresentati con tanto di striscione di "appartenenza"». A parlare è Francesco Zicchieri, vicecapogruppo della Lega alla Camera e coordinatore del Lazio secondo il quale «la piazza tributerà un grande applauso a Salvini per le azioni di governo ma anche per i forti segnali culturali dati ai romani, come l' abbattimento delle ville dei Casamonica». LA SPINTA Numeri importanti anche quelli della Campania, addirittura moltiplicati per dieci rispetto a solo tre anni fa. «Allora partirono solo tre pullman, per giunta nemmeno totalmente pieni. Adesso siamo a trentuno, senza contare i campani che vivono a Roma e i tanti che raggiungeranno la Capitale con i mezzi propri», spiega Gianluca Cantalamessa, parlamentare napoletano che si spiega così l' exploit: «Proprio i primi mesi di Salvini vicepremier, con i risultati di quota 100 e del decreto sicurezza, hanno contribuito ad amplificare il messaggio in tutta Italia: si può fare». Presenza assicurata anche da parte delle realtà più piccole e limitrofe al Lazio - due pullman dal Molise, otto dall' Abruzzo - ma da segnalare è lo sforzo che arriva dalle due regioni più distanti e peggio collegate: Calabria e Sicilia. «Non importano quattordici ore di autobus, l' entusiamo e la voglia di testimoniare la fiducia nel governo sono una spinta troppo forte», assicura Domenico Furgiuele, deputato e coordinatore calabrese che ha organizzato sei pullman ai quali si affiancheranno le centinaia di calabresi residenti a Roma. Quasi settecento, infine, saranno i siciliani che arriveranno in aereo, in macchina «e in camper», come spiega l' assessore al Comune di Catania Fabio Cantarella che guiderà la pattuglia dei «centocinquanta amministratori leghisti di Sicilia». di Lorenzo Caroli