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Cesare Battisti, Matteo Renzi e Laura Boldrini esultano? La loro colpa che non si può scordare

Davide Locano
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Vecchi peccati. Si parla ancora della cattura di Cesare Battisti e di chi, oggi, farebbe bene a scusarsi. Certo, c'è il caso di Carla Bruni, che non ha detto una singola parola dopo la cattura. Poi c'è anche chi, come Vauro Sensi, rivendica ancora il fatto di aver sottoscritto l'appello a favore del terrorista rosso condannato a due ergastoli nei processi relativi a quattro omicidi. Quelli appena citati sono i casi più sfacciati e palesi. Ma come detto ci sono anche altri che avrebbero dei peccati da farsi perdonare. Per esempio, ricorda Il Giornale, Matteo Renzi e Laura Boldrini. E perché mai? Presto detto: erano entusiasti sostenitori di Luiz Inacio Lula da Silva, il "presidente operaio" del Brasile che, in modo codardo, nel suo ultimo giorno di mandato aveva concesso la salvezza a Battisti in Brasile, negando l'estradizione in Italia. Leggi anche: "In Italia lo aspetta una morte orribile": la profezia su Cesare Battisti Si parta da Renzi: "Con Lula, un uomo che ha rappresentato un modello di sinistra di governo per tanti di noi", scriveva in calce a una foto dell'ex presidente il 4 giugno 2015. Un "modello" che, per inciso, si è poi beccato una condanna a 12 anni di galera per corruzione. E la Boldrini? Anche per lei il "fattaccio" risale al 2015, era maggio quando si "dimenticò" nel corso di un incontro di chiedere conto a Lula della mancata estradizione di Battisti. Due peccati tutt'altro che veniali. Poi, ovvio, dopo la cattura del pluri-ergastolano Battisti sia Renzi sia la Boldrini hanno applaudito. Il primo: "Tutti gli italiani, senza distinzione di colore politico, desiderano che un assassino così sia riportato al più presto nel nostro Paese per scontare la sua pena in carcere. Oggi è una bella giornata", ha detto Renzi. E anche la Boldrini ha inneggiato a quella che ha definito "una buona notizia". Ma quelle parole e quei silenzi su Lula, complice della fuga di Battisti, restano.

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