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Vittorio Feltri e la guerra tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio: la soffiata, che testa cadrà

Cristina Agostini
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Andreotti con una battuta efficacissima diceva che il potere logora chi non ce l'ha. E ai suoi tempi le cose stavano esattamente così. Ma oggi sono cambiate. Il potere continua a logorare, tuttavia non più chi non ce l'ha bensì chi lo detiene e ne fa pessimo uso, come è il caso dei grillini, i quali costituiscono il partito di maggioranza relativa, sono al governo, e combinano solo pasticci. Non mi riferisco soltanto al reddito di cittadinanza che sarà distribuito, nelle intenzioni pentastellate, a partire da aprile. Le mance al popolazzo sono impossibili da elargirsi equamente, e la operazione tesa ad abolire la povertà si rivelerà un fiasco vuoto. Cosicché le aspettative degli accattoni saranno deluse e costoro perderanno ogni fiducia nel Movimento 5 Stelle. Le avvisaglie ci sono già. I tonti seguaci di Di Maio hanno capito di essere attesi da un colossale bidone, tanto è vero che hanno smesso di votare per il terroncello di Pomigliano d'Arco, scopertosi un giocatore politico delle tre carte. Leggi anche: La zampata di Berlusconi: Salvini, fai attenzione. L'impensabile sondaggio di Masia: Forza Italia... In effetti i sondaggi, che non sono il Vangelo, eppure misurano la temperatura del Paese, dimostrano che il M5S è calato, rispetto al 4 marzo scorso, addirittura del 13 per cento, attestandosi al 20, oltre dieci punti sotto la Lega di Salvini. Se alle urne europee il dato fosse confermato, assisteremmo a un fallimento dei cinquestelle di proporzioni bibliche, a tutto vantaggio del Carroccio, il quale, a differenza degli alleati, non ha disgustato gli elettori in quanto ha mantenuto fede agli impegni programmatici in materia di immigrati. Gli ex padani hanno fallito il bersaglio della Flat tax, e ciò non è un peccato veniale, ma la loro pertinacia sulla invasione degli stranieri seguita a premiarli. Mentre i pentastellati non ne hanno azzeccata una giusta: si sono resi ridicoli nell'opporsi alle grandi opere pubbliche e mutando opinione su vari temi vitali, per cui pagheranno pegno. Leghisti e grillini fingono di andare d' amore e d'accordo, essendo obbligati a resistere a Palazzo Chigi sotto l'ala del signor Nulla, ossia Conte, però alla prova dei fatti si scontreranno facendosi a pezzi. Vincerà Matteo, che è tutto di un pezzo. di Vittorio Feltri

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