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Matteo Salvini, la sfida ai giudici che fa tremare Luigi Di Maio: "Portatemi arance in cella"

Davide Locano
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«Salvini, ogni volta che la vedo mi vergogno di essere italiano». «E allora prenda un barcone e se ne vada...». «Bravooo».... Applausi. Inizia così il sabato del villaggio meneghino del ministro dell' Interno, Matteo Salvini, con la figlia in macchina in attesa di godersi la sua porzione di week end, mentre il cuore del leader della Lega è proiettato verso Milan-Napoli. Il calcio, Higuain, i mercenari. Zucchero filante per i tifosi... Ma prima di San Siro c'è la piazza. La sua piazza, che lo invoca e lo aspetta, tranne il solito gruppeto improvvisato di contestatori. Sorrisi per tutti. Gazebo di Corso Buenos Aires a Milano, perfetto controcanto ai festeggiamenti per i 25 anni di Forza Italia in piazza San Babila, a due passi. «Berlusconi dice che non vede l' ora che cadiamo? Ci allunga la vita», afferma sornionamente Matteo. «Passato e presente», sibila un leghista lombardo, alludendo al Cav e all'erede di Bossi. Leggi anche: Becchi: "Perché Salvini deve evitare il processo politico" SUL PARAPETTO A Salvini, che arringa la folla salendo sul parapetto della fermata della metro, cappellino blu e giacca a vento rossa con tanto di logo della Regione Lombardia, interessa il presente. «Possono indagarmi e minacciarmi, ma io non cambio idea», dice il titolare del Viminale, «stiamo valutando nelle prossime ore il fatto che si possa salire a bordo della Sea Watch per acquisire tutti gli elementi utili per indagare per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina le persone che aiutano nei fatti gli scafisti». Dunque nessun passo indietro su immigrati e Ong. Anzi, due avanti a questo punto. Compreso quello di lato, legato alla richiesta di processarlo presentata al Tribunale dei ministri dalla Procura di Catania per la vicenda della nave Diciotti. Militanti e simpatizzanti lo hanno sostenuto a gran voce e lui ha ribadito di voler «tener duro». «Prendete le arance perché se mi portano a San Vittore...», facendo intuire di esser pronto a tutto. «Sono l' uomo più tranquillo del mondo, nel senso che sto facendo il ministro e sto facendo quello che dovrebbe fare ogni buon italiano», spiega Salvini «ovvero, difendere i confini, difendere la sicurezza del mio paese. Giudicherà il Senato se sto facendo bene. Saranno i senatori a dire se c' è una parte di magistratura politicizzata che si vuole sostituire alla politica o se ho agito normalmente». Non è certo il mantra berlusconiano, quello evocato da Salvini nei confronti delle toghe, ma è sicuramente una presa d' atto. Che non potrà non pesare durante la campagna elettorale per le europee. Soprattutto ora, visto che i 5 Stelle hanno deciso di votare sì all' autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Un voto che non preoccupa il leader del Carroccio. «Abbiamo tanto da fare, tanto da lavorare, tante tasse da abbassare, quindi non ci sono crisi, problemi dietro l' angolo, io sono assolutamente tranquillo». E se qualcuno vuol trovare davvero un punto di rottura fra Lega e 5 Stelle deve guardare da un' altra parte. «Di Battista (che sulla vicenda venezuelana lo paragona a Macron, ndr) ignora e parla a vanvera», scrive su twitter Salvini. Ecco, semmai il problema dei pentastellati e Dibba, non le inchieste sul vice premier. Dunque niente crisi di governo. Per ora almeno. Poi si vedrà. Soprattutto quando i nodi con Di Maio verranno al pettine. Non a caso Antonio Tajani prova ad aizzare: «Stacchi la spina al governo perchè i 5 Stelle stanno bloccando scelte che stanno particolarmente a cuore alla Lega». SOSTEGNO FRATERNO Fuori dal palleggiamento Lega-5 Stelle relativamente all' azione dei magistrati e al voto dei pentastellati in Aula, si leva la voce di Fratelli D' Italia. «Trovo incredibile che il M5S preannunci che voterà a favore dell' autorizzazione a procedere per il ministro. In base alla legge deve essere negata l' autorizzazione a procedere nei confronti del ministro che "abbia agito per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell' esercizio della funzione di governo"», afferma Andrea Delmastro, deputato di Fdi e presidente della Giunta autorizzazioni della Camera. Un segnale «forte» da parte di chi viene consierato «debole», e non lo è affatto. Infine, Milano. Salvini rilancia «l'assalto» alla giunta guidata da Beppe Sala per la presa di Palazzo Marino, contestando l' aumento del prezzo del bigletto dei mezzi pubblici. Il sabato del villaggio meneghino è anche questo. di Enrico Paoli

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