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Tito Boeri, saluto da ridere: "Inps, politica stia fuori". Ma quattro anni fa, Matteo Renzi...

Davide Locano
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Il "saluto", ovviamente, arriva dalle pagine di Repubblica. Si parla di Tito Boeri, che tra poche ore, il 16 febbraio, lascerà l'Inps: insomma, è rimasto al termine del mandato nonostante le mille voci sulla sua possibile sostituzione prima dei tempi, chiesta a gran voce anche dai vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. E come detto, un ipotetico saluto arriva dalle colonne di Repubblica, a cui Boeri rilascia una lunga intervista. Oltre a un bilancio della sua esperienza, si produce in un monito: "L'Inps deve essere un'istituzione indipendente dagli orizzonti, spesso molto limitati, del governo di turno, perché è il garante di un patto tra generazioni. Se avesse avuto questo ruolo negli anni 70 e 80 oggi non avremmo questa montagna di debito pubblico e le baby pensioni". Leggi anche: Boeri fugge dall'Inps? Cosa resta dei nostri assegni E ancora: "Ho da tempo preparato tutto per il passaggio di consegne, ma non so a chi consegnarle". Insomma, il messaggio di Boeri è chiarissimo, così come da titolo dell'intervista: "La politica resti fuori dall'Inps". Peccato però che lo stesso Boeri fu chiamato quattro anni fa proprio da Matteo Renzi quando era premier. Insomma, Boeri fu chiamato dalla politica, tanto che anche Repubblica lo ricorda. E gliene chiede conto: "Parla di indipendenza dalla politica, ma anche lei fu chiamato alla presidenza dell'Inps da Renzi", gli ricordano. Dunque, Boeri, risponde: "Fui proposto da Renzi, ma andai dalle commissioni parlamentari, che pure hanno solo potere consultivo e dissi che avrei accettato l'incarico esclusivamente con il loro parere favorevole. Fu ciò che avvenne e penso che sia giusto che una carica come questa abbia una legittimazione parlamentare, perché deve essere indipendente e basarsi proprio sulla forza del Parlamento". Spiegazione che, però, fatica molto a convincere.

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