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Pdl, Giovanardi attacca Berlusconi: "Lui leader? Ma nemmeno per sogno"

La colomba non manda giù la leadership di Silvio: "Non potrà candidarsi. E' impensabile che guidi il partito. Senza di lui possiamo farcela". E su Marina: "Non può vincere"

Ignazio Stagno
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Nel Pdl tira aria di tempesta. Il Cav ieri è stato molto chiaro: "Se si va al voto il leader del partito resto io e nessuno può mettermi da parte". Ma tra gli azzurri c'è tensione. Le colombe non hanno preso bene la rivendicazione della leadership da parte di Silvio. Così a far da portavoce dei governisti è Carlo Giovanardi che in un'intervista a Repubblica sbotta contro Berlusconi: "Lui leader? Ma nemmeno per sogno". Giovanardi è un fiume in piena: " In caso di elezioni, Berlusconi non sara' ancora il candidato premier del centrodestra perche' ''non puo'. Sara' interdetto. Lo sa benissimo''. E su Marina Berlusconi il parere non cambia: "Successioni dinastiche neanche per sogno'', afferma il senatore del Pdl, esponente dei Popolari Liberali. Anche perche', aggiunge, il partito non e' finito senza Berlusconi: ''Ma Forza Italia crede che possa piacere ai cattolici? Capezzone, Verdini, Bondi, Galan: sono tutti dei superlaicisti. Galan e' addirittura per il matrimonio gay''. E la scissione ''la faranno loro. Noi restiamo nel Pdl che abbiamo fondato''. A Berlusconi, Giovanardi contesta ''di volere un partito senza democrazia senza segretario, senza tesseramento. La Santanche' dice che e' vecchia politica, in una roba cosi' non ci voglio entrare''. Lady Bondi zittisce le colombe - A zittire le colombe arriva il "cigno", lady Bondi, Mauela Repetti: "Avremmo dovuto trarre da giorni le conseguenze politiche necessarie - sostiene -. Questo governo è ancora il nostro? Possiamo stare seduti allo stesso tavolo del Pd?". La Repetti non volerà alto quanto i falchi, ma non per questo è più clemente con le colombe: "Quando guardo Quagliariello e quelli come lui - racconta - la Lorenzin, la De Girolamo, Lupi, mi chiedo - ma la riconoscenza? Certi valori condivisi fino a due mesi fa? Possibile che per opportunismo si possa ignorare il passato?". Lo scontro però non è solo sulla leadership del partito ma anche sulla legge di stabilità che il governo Letta si prepara a varare. L'indicazione di Berlusconi è chiara: "Non voterò mai un provvedimento che preveda nuove tasse". Una indicazione trasmessa chiaramente ad Angelino Alfano. Alfano nel mirino - I ministri sono nel mirino dei falchi e Daniele Capezzone chiarisce il punto: "Ci sono stati colleghi, anche ministri, che quando venne presentata difesero la legge di Stabilità" Capezzone. "Alcuni di noi, invece, fin dall'inizio lanciarono un grido d'allarme, denunciando che il provvedimento conteneva più spesa, più tasse e una vera e propria stangata sulla casa. Qui non si tratta di imbracciare il fioretto e fare interventi di piccola cosmesi sulla signora Stabilità ma di prendere la sciabola. Le tasse non possono aumentare. Se qualcuno non è d'accordo ha l'onere di spiegarlo agli italiani. Personalmente sto preparando significative ipotesi di riscrittura su sei-sette punti decisivi. Perché con il testo attuale si vanno a colpire scientificamente le fasce sociali che votano centrodestra. E questo per noi è semplicemente inaccettabile". Insomma il Pdl ora si scontra sul muro della manovra. L'esame più duro per Alfano e i suoi. 

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