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Pure l'Antitrust contro Matteo Salvini: "No alla tassa sulle rimesse degli immigrati"

Davide Locano
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Contro le politiche di Matteo Salvini ora scende in campo anche il Garante della concorrenza e dei consumatori, che mette nel mirino la tassa dell'1,5% sui money transfer, sistema utilizzato dagli immigrati per spedire soldi nei Paesi di provenienza (novità introdotta dal decreto fiscale 2018). Secondo l'antitrust si tratta di una norma "ingiustificatamente discriminatoria". I money transfer, secondo il Garante, sarebbero stati colpiti dal fatto che non possono assicurare ai loro clienti offerte competitive rispetto a banche e Poste, non coinvolte dalla nuova tassa che - scrive l'Antitrust - ridurrebbe pure "il grado di trasparenza sulle condizioni economiche praticate per il servizio di rimesse di denaro". Leggi anche: Salvini, il duro avvertimento alla Ong tedesca La tassa si applica su tutte le operazioni oltre i 10 euro, eccezion fatta per quelle effettuate con fini commerciali. La sinistra, ovviamente, aveva da subito bollato come "discriminatorio" il balzello. Ma chi la ha proposta, spiega che la tassa sia un modo per trattenere nella casse italiane parte di quei guadagni che, realizzati nel Belpaese, poi prendono la strada per l'estero (senza dunque essere spesi nelle attività commerciali nostrane). Trasferimenti che, secondo la Fondazione Moressa, nel 2018 valevano qualcosa come 5 miliardi di euro. Un mucchio di soldi.

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