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Roberto Formigoni si è consegnato in carcere a Bollate, prima l'ultima sorpresa: come frega i giornalisti

Davide Locano
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Dopo la condanna in Cassazione a 5 anni e 10 mesi, Roberto Formigoni si è consegnato in carcere. Di sua volontà. L'ex governatore, però, ha riservato l'ultima sorpresa: è riuscito ad eludere giornalisti e fotografi assiepati sotto casa sua. Ne attendevano l'uscita, ma non è stato visto da nessuno. Eppure si è appreso che Formigoni si è costituito al carcere di Bollate. Il sostituto procuratore generale di Milano Antonio Lamanna ha firmato alle 9.30 di questa mattina,venerdì 22 febbraio, l'ordine di esecuzione della pena per l'ex governatore e ad eseguire il provvedimento erano stati delegati i Carabinieri, i quali però non hanno avuto bisogno di entrare in azione. Leggi anche: Casini come Formigoni, quel tragico sospetto Nel frattempo, gli avvocati del Celeste provano a giocarsi la carta dei domiciliari. I legali Mario Brusa e Luigi Stortoni hanno infatti presentato un'istanza di sospensione dell'ordine di esecuzione, chiedendo quindi - ed era attesto - che la pena venga scontata ai domiciliari. Perché, sostengono gli avvocati, l'ex governatore della Lombardia ne avrebbe diritto in quanto ultra 70enne (ha 72 anni) e anche perché la cosiddetta legge "Spazzacorrotti" appena introdotta dal nuovo governo non si applicherebbe a questa sentenza in quanto legge posteriore ai fatti oggetto del processo. Il sostituto pg Lamanna, si apprende, ha inviato l'istanza dei difensori di Formigoni alla Corte d'Appello, seppur corredata da un parere negativo. L'istanza verrà valutata successivamente alla carcerazione.

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