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Erika Stefani inchioda Luigi Di Maio e M5s: "Il premier sa tutto". Autonomie, grillini travolti

Giulio Bucchi
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La svolta ancora non c'è stata, ma l'accelerazione sì. Sulla autonomia Matteo Salvini ha spiegato a Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, nel vertice a Palazzo Chigi di mercoledì sera, che la Lega non ha alcuna intenzione di cedere il passo o attendere. E stando ai retroscena il premier sarebbe stato persuaso dalla necessità di assecondare il voto popolare di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, nonostante le resistenze del Movimento 5 Stelle.  Leggi anche: "Non sarebbero leali". Il ministro Stefani e il brutto sospetto sui 5 Stelle prima delle Europee D'altronde, come spiega al Corriere della Sera la ministra per gli Affari regionali Erika Stefani, leghista e con in mano il dossier autonomia, "io so che questo governo si basa su un contratto, e le autonomie sono in quel contratto". I grillini hanno accusato la Stefani di "avanzare in solitaria", lei tira dritto (chiudere la pratica prima delle elezioni europee "è evidentemente il nostro obiettivo"), apre a un confronto (ma "l'intesa non pare emendabile, come si evince dalla lettura della Costituzione") ma soprattutto sgombra il campo dalle voci (grilline) di un blitz leghista: "La trattativa tra Stato e Regioni è in corso da luglio scorso. Oggi abbiamo un testo che ha l'ok del Mef sull'impianto finanziario e sottolineo che il nostro lavoro sull'autonomia è sempre stato condiviso sia con il premier che con tutti i ministeri coinvolti".

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