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Bruno Vespa: "Il piano segreto di Matteo Renzi, senatore fantasma"

Cristina Agostini
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Alle primarie del Pd ci sono tre candidati, Nicola Zingaretti che "rappresenta la sinistra del partito, Maurizio Martina il centro e Roberto Giachetti la destra", scrive Bruno Vespa nel suo editoriale sul Giorno. "La distinzione più marcata fra i tre candidati deriva dalla maggiore o minore distanza da Matteo Renzi. Giachetti ne rivendica con orgoglio l'eredità, Zingaretti se ne tiene il più lontano possibile, Martina tentenna tra il giudizio buono e quello cattivo". Ora, continua il direttore di Porta a Porta, "il presidente del Lazio", dato come vincitore, riguardo ad una alleanza con il M5s, potrebbe presto cambiare idea, "per rendere il partito più competitivo a sinistra combattendo i grillini sul loro terreno e indebolendoli fino a rendere il Pd dominus di una possibile alleanza". Leggi anche: "Chi voto alle primarie?". Renzi, quella strana frase: il piano per boicottare il Pd Per il Pd, sottolinea Vespa, "sarebbe infatti suicida, più di quanto lo fosse un anno fa, sostituire oggi la Lega in una alleanza di governo con Di Maio. Ma domani?", si chiede Vespa. "Nessun partito ha la forza dell'autosufficienza per governare" e "l'unico schieramento che potrebbe raggiungere la maggioranza assoluta a Roma è il centrodestra classico, ma Salvini per ora non vuole allearsi con Berlusconi". "Con l'attuale legge elettorale il centrosinistra classico supererebbe di poco il 20 per cento. L'unico modo per andare al governo sarebbe perciò con i 5 Stelle, se i voti bastassero". Renzi, conclude Vespa, "ha sempre sospettato che l'ala governativa del Pd (Gentiloni-Franceschini) volesse allearsi con Di Maio già lo scorso anno" e dopo le prossime politiche "Renzi farà di tutto per impedirlo o comunque per dare lui le carte". "Ufficialmente egli è morto, come lo era Banco nel Macbeth di Shakespeare. Ma il fantasma di Banco compariva regolarmente ai suoi assassini fino a renderli pazzi dalla paura. È quello che il senatore di Firenze intende fare. Per riuscirci, spera che poca gente vada a votare domani e che Zingaretti non sia un segretario troppo forte. Il resto verrà".

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