Cerca
Logo
Cerca
+

Tav, Dagospia: "Cosa ha garantito Matteo Salvini. L'opera si farà", Luigi Di Maio leader finito

Davide Locano
  • a
  • a
  • a

Che sarà, di questa Tav? Il contesto è noto: Matteo Salvini minaccia la crisi di governo, Luigi Di Maio si impunta e non vuole cedere, nel nome della decrescita infelice tanto cara ai grillini. Il futuro dell'esecutivo non è mai stato così incerto quanto lo è oggi, in un diluvio di dichiarazioni infuocate. "Vedremo chi ha la testa più dura", dice Salvini rivolgendosi al capetto politico con le cinque stellette. Già, vedremo. Anche se l'esito pare piuttosto scontato: la testa più dura ce l'ha il leghista, basti pensare ai corsi politici degli ultimi mesi, in cui il Carroccio sta pian piano cannibalizzando il M5s. E anche Dagospia, in un succulento ed emblematico "flash", rivela di pensarla così. Il sito di Roberto D'Agostino, in estrema sintesi, spiega quel che sarà, di questa Tav. "Tenteranno l'ennesimo compromesso", premette. Dunque, il flash continua spiegando che Mario Virano, il direttore generale di Telt (il consorzio italo-francese che si occupa dell'alta velocità), negozierà con i francesi il lancio dei sei bandi con gradualità. Il lancio dei bandi è previsto per lunedì, Giuseppe Conte avrebbe chiesto una proroga a Virano di sei mesi, ottenendo la miseria di tre-quattro giorni in più. Leggi anche: "Gerarca fascista?": Salvini affonda Camilleri E a cosa servirà lanciare i bandi per la realizzazione dell'opera con gradualità? Presto detto. Serve, prosegue Dago, ad "allungare i tempi e lasciare alla base grillina l'illusione di poter fermare tutto dopo le Europee". Già, perché di illusione si tratta. E qui entra in campo Salvini, che sempre secondo D'Agostino, ha garantito a Paolo Foietta, commissario per la Torino-Lione fino a due settimane fa, che a sua volta ha assicurato a Virano che non ci sarà alcun atto formale del governo contro la Tav. Insomma, l'opera si farà, a meno che i grillini decidano davvero di far crollare l'esecutivo per poi andarsi a schiantare alle prossime elezioni. Il futuro, secondo Dago, è già scritto.

Dai blog