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Giuseppe Conte, il retroscena da Palazzo Chigi: accusa Salvini, "così la Lega brucia le nostre mosse"

Cristina Agostini
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Lo chiamano "metodo Lega". Un'espressione, non un complimento, che si usa a Palazzo Chigi, nella cerchia dei fedellissimi di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, per definire la modalità con cui Matteo Salvini, riporta il Corriere della Sera in un retroscena, "sporca qualunque iniziativa e provvedimento presi da noi". Un sistema che solo al momento non mette in crisi la maggioranza di governo ma che in autunno, si teme, potrebbe addirittura portare a una rottura totale.  La "ciliegina rancida" sulla torta è stata la presa di distanza del leader della Lega dal memorandum con la Cina, per il quale si sono invece spesi molto Conte e Di Maio, e pure il presidente Sergio Mattarella. Prima ancora, c'è stata la questione del reddito di cittadinanza, la Tav - "che ci è costata tra i 5 e i 6 punti percentuali" - e lo sblocca cantieri. Su questi temi, è l'accusa, "la  Lega si è comportata più da opposizione interna che da alleato. In maniera scorretta, perché noi ci siamo mossi diversamente. A Bruxelles, Conte ha difeso Salvini sull'immigrazione. Avrebbe potuto dire che invece di fermare gli sbarchi di una cinquantina di disgraziati, avrebbe fatto meglio a rimpatriare centinaia di migliaia di clandestini; e che invece di invocare la castrazione chimica, dovrebbe garantire la sicurezza di periferie dove non si vede un poliziotto. E ancora, che invece di girare con felpe e caschi, poteva stare di più al Viminale. Ma né Conte né noi lo abbiamo detto, finora". Leggi anche: Il 54 per cento con cui Salvini seppellisce Di Maio. Masia umilia il grillino: perché non conta niente "Finora", appunto. I cinque stelle da ora in avanti, minacciano, diranno "qualche verità in più sulla Lega, quando prenderà le sue iniziative. Saremo costretti a fare un po' d'opposizione, nella maggioranza. La nostra correttezza non ha pagato elettoralmente anche perché ci sparavano addosso non solo dalle opposizioni ma dal governo". Il clima è tesissimo e il timore dei grillini è di prendere una batosta alle elezioni europee. Un'ipotesi che non solo indebolirebbe il Movimento e la leadership di Di Maio ma anche il potere di contrattazione con Salvini. Insomma, il desiderio di reagire al "metodo Lega" con un "metodo Cinque Stelle" è forte. Ma dove porterà?   

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