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Sergio Mattarella, il retroscena: come ha fregato Luigi Di Maio sulla Commissione banche

Davide Locano
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Alla fine, Sergio Mattarella ha promulgato la controversa legge che istituisce la Commissione bicamerale di inchiesta sulle banche, per la quale i grillini vorrebbero Gianluigi Paragone a capo. Un organismo che non piace granché al Colle, tanto che che nella missiva con cui ha accompagnato il via libera il capo dello Stato ha espresso tutti i suoi dubbi al riguardo. Ma ora, qualche dettaglio in più su quella firma, arriva da un retroscena de La Stampa: il via libera, infatti, sarebbe arrivato soltanto dopo le rassicurazioni fornite da Luigi Di Maio (e Matteo Salvini) a Mattarella. Rassicurazioni che riguardano il calendario: è improbabile che la commissione possa partire prima del voto europeo. Leggi anche: Giorgetti-Mattarella, l'asse per neutralizzare i grillini e Paragone Dunque il Capo dello Stato ha dato il suo ok con molti meno patemi, poiché la "bomba elettorale" viene disinnescata: non ci saranno manovre azzardate acchiappa-voti sulle banche prima delle elezioni. E i grillini, nel frattempo, potranno continuare a fare propaganda sul nome di Paragone, idea alla quale non vorrebbero rinunciare. Un compromesso in cui la spunta Mattarella: come è noto, dopo le Europee il futuro del governo potrebbe essere a rischio. Anzi, molto più che a rischio: se il distacco tra Lega e M5s dovesse essere intorno al 14%, dicono rumors da palazzo, l'esecutivo potrebbe capitolare (e le tensioni crescenti degli ultimi giorni stanno lì a dimostrare come si stia preparando il campo per tale evenienza). E insieme al governo, verrebbe archiviata anche la commissione d'inchiesta sulle banche: scacco matto di Mattarella a Di Maio, dunque? Possibile, probabile...

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