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Castrazione Chimica, Lega ed FdI votano insieme: si spacca la maggioranza, pizzino-terremoto al M5s

Davide Locano
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La maggioranza si spacca sulla castrazione chimica. Il caso è complesso, spinoso, va spiegato. Si parte da ieri, martedì 2 aprile, quando la Lega in aula alla Camera ha annunciato lo stop sulla misura nel corso del voto su Codice rosso, la misura sul revenge porn e la violenza contro le donne. Peccato che oggi la castrazione chimica sia stata riproposta da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni con un ordine del giorno. La misura è stata respinta ma è qui, come detto, che la maggioranza si è spaccata: sfavorevoli il M5s, Pd e Forza Italia. A favore, invece, Lega ed FdI. Matteo Salvini e la Lega, insomma, marcano ancora la loro distanza dai grillini, lasciando intendere quanto anche in ottica futura l'intesa con la Meloni sia migliore (e chi ha orecchie per intendere, intenda). Leggi anche: Meloni a Senaldi: "Così obbligherò Salvini a mollare Di Maio" Il caso ha scatenato il fuoco di Forza Italia, per cui ha parlato la presidente dei deputati, Mariastella Gelmini: "La corsa Salvini-Meloni a scavalcarsi a destra si schianta contro i numeri". E ancora, le parole di Giorgio Mulè: "La maggioranza è andata in frantumi alla Camera. Però governano né d'amore né d'accordo. Solo potere per il potere". Per onor di cronaca, tra le file del Carroccio si è registrata un'astensione, quella di Giuseppe Basini, che ha motivato così il suo consenso sulla castrazione chimica: "Credo che lo Stato non abbia mai diritto di interferire in questa maniera. Se uno ha tendenze aggressive dobbiamo permettere la lobotomia prefrontale? Io non credo che faccia parte del diritto e delle nostre tradizioni un provvedimento come questo".

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