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Elisabetta Gardini lascia Forza Italia e accusa: "Agonia inaccettabile per Berlusconi", chi lo sta uccidendo

Davide Locano
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Un altro dolorosissimo addio per Silvio Berlusconi: un pezzo di storia lascia lui e Forza Italia. Si parla di Elisabetta Gardini, europarlamentare azzurra, esponente di vecchia data del partito, che ha annunciato il suo passo indietro: "Lascio Forza Italia. È naturalmente una decisione dolorosa, che ho preso dopo una lunga riflessione e dopo aver constatato che le scelte politiche del partito non sono più quelle che mi avevano spinto ad aderire, a diventare parlamentare europeo e ad accettare di esserne il capo delegazione a Strasburgo. Ringrazio il presidente Berlusconi per l'affetto e la stima che mi ha sempre dimostrato e che sinceramente ricambio. Ma l'azione politica non poggia sulla mozione degli affetti", taglia corto. Dunque, la Gardini spiega che gli azzurri "continuano raccontare un partito che non c'è e questo impedisce a Forza Italia di correggere quegli errori che l'hanno portata distante dalla sua base e dai suoi elettori. Chi oggi decide le sorti del partito semplicemente vuole che le cose continuino così - picchia durissimo -. E la volontà di pochi impone questa agonia senza fine ai più. Un'agonia che il presidente Berlusconi non merita davvero per quello che rappresenta per la storia politica di questo Paese". L'attacco ai vertici del partito, non tanto a Berlusconi, è insomma di quelli durissimi, che lasciano poco spazio a repliche. Leggi anche: Berlusconi bidona la riunione di FI e le malelingue si scatenano La Gardini aggiunge che oggi è "assolutamente impossibile portare un contributo. Non esiste un luogo di confronto. Buttiamo a mare il lavoro di militanti, giovani, amministratori locali, sindaci... di tutte le persone che potrebbero riallacciare i legami con i nostri territori. Tutto questo ha portato Forza Italia lontano dalla sua missione. Non c'è più coerenza tra la ragione sociale per cui è nata e quello che è diventata. Nel mio lavoro di capo gruppo al Parlamento Europeo ho cercato di tenere la barra dritta, battendomi per una partecipazione convinta e leale, ma cercando sempre una adesione critica e lucida, mai connivente con persone e forze che all'interno dell'Unione tentassero di subornare e mortificare la forza e il ruolo del nostro Paese, che dell'Unione è un fondatore - rimarca -. Quella linea di azione non c'è più, sostituita da una accettazione acritica e supina di decisioni prese da altri, in altre capitali europee, spesso senza consultare, e addirittura contro, l'Italia. Non ci sto, e con dispiacere ma con altrettanta convinzione vado via", conclude la Gardini in uno sfogo destinato a fare molto, moltissimo rumore. Uno sfogo che si conclude con quello che può sembrare un ammiccare a posizioni sovraniste, alla Lega magari: una bordata contro quell'Europa che fa il male dell'Italia e contro cui, secondo la Gardini, gli azzurri non combattono più.

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