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Voto alla cieca alle europee, sondaggio pazzesco. Antonio Noto, la sentenza sul "partito del 50%"

Cristina Agostini
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Sovranisti contro europeisti. E' questo lo scontro alle elezioni europee. "Se a vincere dovessero essere i primi, le politiche europee saranno destinate a un brusco cambiamento, soprattutto in termini di immigrazione, se invece dovessero prevalere i secondi, probabilmente con alcune correzioni di rotta, ci dovrebbe essere una sorta di continuità con le politiche attuali", scrive Antonio Noto su Il Giorno. "Per esempio, se il M5S e la Lega dicono che 'quota 100' e il reddito di cittadinanza sono provvedimenti destinati a far ripartire la crescita, l'Europa è invece preoccupata che così possa aumentare ancora di più il debito, oltrepassando la soglia di attenzione. Ecco dunque che il risultato delle Europee in Italia potrà avere due diverse modalità di lettura", spiega il sondaggista, "da una parte a livello internazionale bisognerà comprendere se i sovranisti (settore in cui in maniera più o meno convincente i due partiti del nostro governo si collocano) riusciranno a raggiungere la maggioranza a Strasburgo e in tal caso l'attuale governo potrebbe parlare di un'«Europa amica», contrariamente a quanto afferma oggi; dall'altra a livello nazionale invece sarà una sorta di 'secondo tempo' delle elezioni politiche dello scorso anno". Leggi anche: Silvio Berlusconi a valanga: Mussolini contro Mussolini, dichiara guerra alla Meloni E bisogna vedere il consenso che raccoglieranno le due forze di governo, M5s e Lega: "Se il risultato finale dovesse essere molto diverso rispetto al 2018 non si possono escludere scossoni, rimpasti o addirittura crisi di governo. Se dunque i leader di partito sono attenti a ciò che scaturirà dalle urne, la popolazione al momento sembra essere un po' più disinteressata: solo il 49% degli italiani ha intenzione di andare a votare. Non è questa una stima di affluenza alta, ma bisogna pensare che nelle precedenti elezioni europee votò il 57%, mentre in quelle politiche quasi il 73%".  Al momento poi solo "il 38% è consapevole che si voterà il 26 maggio mentre un ulteriore 15% pensa a breve ma non sa specificare quando", continua Noto. "In totale, dunque, il 47% non sa quando si voterà". E "scarsa" è pure "la consapevolezza sul numero delle nazioni chiamate alle urne. Saranno 27, o 28 se parteciperà anche il Regno Unito. Però nell' immaginario degli italiani l' Europa è più ridotta rispetto alla realtà, infatti per il 58% saranno tra 15 e 20 le nazioni coinvolte e solo il 16% pensa invece che saranno tra 25 e 30". 

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