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Luigi Di Maio, l'ultima schifezza contro Matteo Salvini: "C'è di mezzo la mafia. Come Silvio Berlusconi..."

Davide Locano
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Lo scontro è totale, la provocazione grillina nei confronti della Lega infinita. L'ultimo atto a pochi minuti dal via al Consiglio dei ministri dove si discute di decreto crescita e del cosiddetto salva-Roma: sul blog delle Stelle, sono state pubblicate "quattro domande" alla Lega sul caso Armando Siri, il sottosegretario ai Trasporti indagato e contro il quale il M5s ha scatenato un'indegna gazzarra. E quelle domande erano stata anticipate da un retroscena de La Stampa, che parlava però delle "cinque domande che Luigi Di Maio vuole porre al suo alleato di governo", Matteo Salvini. Ma non è tutto. Nello stesso articolo si dà conto di altre parole di Di Maio, pronunciate al suo entourage, ai suoi fedelissimi. Considerazioni con le quali il capetto grillino rispondeva alle dichiarazioni del ministro dell'Interno, che aveva definito le inchieste "iniziative giudiziarie esagerate contro di noi". Dunque, le parole consegnate da Giggino ai suoi: "Vi rendete conto? È il ministro dell'Interno ed è proprio lui incaricato di dare la caccia al superboss. Come fa a non voler fare chiarezza? Serve a lui, serve a noi come governo. Salvini non può svignarsela dai giudici come faceva Silvio Berlusconi. Qui c'è la mafia di mezzo, non si scherza". Parole che danno la cifra di quanto la frattura sia insanabile. Di Maio ormai è cavalca forche e manette, tira in ballo Berlusconi, accosta l'alleato alla mafia. E il governo sembra avere più che le ore, i minuti contati. Leggi anche: Di Maio prima del vertice provoca ancora Matteo Salvini

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