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Matteo Salvini e Giuseppe Conte, telefoni bollenti. Il clamoroso giro di chiamate prima di far fuori Siri

Giulio Bucchi
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Nel pasticcio Siri a Palazzo Chigi "c'è una sola cosa che i leghisti considerano (vagamente) positiva", scrive il Corriere della Sera. Il fatto che il premier Giuseppe Conte, ormai grillino allo scoperto, abbia avuto almeno la decenza di avvertire, o quantomeno provare a farlo, Matteo Salvini. In mattinata Conte ha avvertito il diretto interessato, Armando Siri, dell'intenzione di chiedere nel pomeriggio la revoca delle sue deleghe da sottosegretario alle Infrastrutture. Una semi-imboscata, insomma, visto che l'accelerazione è stata improvvisa. Leggi anche: "Spero che non si voti...". Di Maio allo scoperto dalla Gruber: panico M5s Da qui la mossa di Siri di proporre le dimissioni entro 15 giorni e la decisione di Conte di convocare i giornalisti nel pomeriggio (non una conferenza stampa, non ci sono state domande) per rifiutare "l'offerta" di Siri e tirare dritto per la sua strada. E Salvini? Il vicepremier e leader della Lega era in Ungheria dall'alleato sovranista Viktor Orban, Conte avrebbe provato a telefonargli senza riuscire a mettersi in contatto con lui e così ha ripiegato su Giancarlo Giorgetti, suo sottosegretario nonché numero due della Lega, avvisandolo di quanto sarebbe accaduto di lì a poche ore. Linee telefoniche bollenti, mai quanto si presume il prossimo CdM.

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