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Alessandra Moretti a Libero: "Cosa penso di Renzi, tasse ed Europa". La piddina che sembra leghista

Giulio Bucchi
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Alessandra Moretti è la nemica geniale dei sovranisti e degli ottusangoli di sinistra. Sembra fatta apposta per loro: visentina magna gati poco più che quarantenne, secchiona occhiazzurrata sopravvissuta alle ultime guerre civili del Partito democratico, candidata al Parlamento di Strasburgo dove ha attraversato l' ultima eurolegislatura forte di ben 232 mila preferenze mietute. Dopo un giro di Purgatorio al Consiglio regionale veneto, rieccola smagliante: presenzialista tivù, maratoneta nel collegio Nord-est. La incontro in un caffè centrale di Roma, si presenta in tuta e scarpe da ginnastica. «Oggi devo riprendermi dagli effetti dell' ultimo tour elettorale insieme al candidato Carlo Calenda e al ricandidato Paolo De Castro». Frequenta bene «Calenda è un trascinatore, anche se più all' esterno che all' interno del Pd. De Castro un politico solidissimo, di grande esperienza». Partiamo dalla storia delle tendine? «Mi hanno crocifissa perché ho detto in tv che un sindaco vorrebbe mettere in piedi un progetto dove, in caso di cerimonia laica, i simboli religiosi vengano coperti temporaneamente da alcune tendine amovibili che salgono e scendono». Una boiata pazzesca.  «Ma io stavo soltanto riportando una notizia, non mi hanno fatto concludere!». Concluda su Libero.  «La mia opinione? Sono sempre stata contraria alla distruzione degli edifici eretti dal fascismo, e sto parlando del fascismo Figuriamoci se non porto rispetto ai luoghi religiosi. Ciascun laico dovrebbe farlo, non sentendosi mai a disagio davanti ai simboli di ogni culto». Niente tendine allora.  «È una fake news e come tale l' ho denunciata. Anzi querelo Salvini e la Meloni per aver provocato attraverso una menzogna l' odio in rete contro di me. Se sarò eletta, porterò il tema delle fake news e della violenza sui social in Europa. Le tendine le sta usando Salvini per coprire i suoi fallimenti. Ha tradito il Nord in maniera sfacciata. Il Nord-est in particolare: anziché l' autonomia e la flat tax, scarica su questi territori più Iva e reddito cittadinanza». La Moretti è autonomista?  «Favorevole al modello Emilia Romagna, quello più rispondente al disegno dei padri costituenti, perché salva il principio di solidarietà. Sa perché Salvini esita sull' autonomia?». C' è Di Maio che frena.  «No, perché se concede una vittoria del genere al Veneto finisce per rafforzare il suo antagonista: Luca Zaia. E perché adesso l' ambizione di Salvini è coccolare il Sud in cerca di nuovi voti». A proposito di voti, lei è famosa come Lady preferenze. Sicura di poter replicare quei successi?  «I miei successi non sono stati soltanto quei 232mila voti del 2014. Vorrei ricordare i risultati che mi hanno consentito di prendere quei voti e quelli che ho ottenuto dopo, grazie a quel consenso: prima di arrivare in Europa, ho ottenuto l' approvazione della legge sul "divorzio breve" di cui sono stata relatrice. Erano vent' anni che aspettavamo di vincere quella battaglia di civiltà. Poi l' impegno in Europa e in Regione Veneto per le aziende del mio territorio. Ho dato voce e forza agli artigiani, alle piccole e media imprese. Per la riduzione del costo del lavoro, contro le burocrazie. Non ultime, le battaglie per i diritti di paternità e maternità». Ma lei non è una di quelle a favore di genitore 1 e 2?  «No, per me ci sono padre e madre». Sulle tasse, Libero la pensa così: "Siamo tutti evasori". Inevitabilmente...   «Capisco benissimo la provocazione: abbiamo la pressione fiscale più alta d' Europa e un' evasione mai recuperata. Sono due facce della stessa medaglia. Mi candido anche per abbassare le tasse e aumentare i salari, che sono invece i più bassi d' Europa. Voglio un salario minimo europeo; e combatterò contro il gender pay gap: le donne percepiscono il 22% in meno in busta paga, bisogna uniformare salari femminili a quelli maschili». Prima bisogna essere eletti.  «Le ricordo che sono stata l' unica parlamentare a lasciare seggio europeo, l' ho fatto per sfidare Zaia alla presidenza della regione Veneto, nel 2015, su richiesta del partito e del territorio. Nonostante questo, mi sobbarcai anche le primarie e presi il 67 per cento». Alla Moretti piacciono le preferenze.  «Nel 2018, per le politiche, ho rifiutato di entrare nel listino bloccato. Adesso al segretario Zingaretti non ho chiesto alcun particolare posizionamento in lista: mi piace la battaglia delle preferenze perché ci si misura personalmente con il consenso della propria gente». A proposito di Zingaretti, come sono i vostri rapporti?  «Buoni, non particolarmente intensi. Al Congresso ero schierata con Marco Minniti, che poi ha rinunciato per sostenere Zingaretti. Appena eletto, gli ho detto che secondo me il processo riformista avviato da Renzi e da Gentiloni è stato uno dei percorsi più importanti del nostro partito. Guai a tornare indietro». E lui? «Mi ha ascoltata. Sono certa che saprà promuovere una ricucitura di tutta la comunità dem». Quanto le manca Renzi?  «Ero con lui, qualche settimana fa, alla presentazione del suo libro a Padova. Abbiamo commesso degli errori, insieme a lui, ma non possiamo fare a meno di Matteo». Potrebbe essere Matteo a fare a meno di voi, fondando un suo partito.  «Dipenderà molto dall' impostazione che la nuova segreteria darà al Pd: se saprà allargare il proprio orizzonte alle forze moderate e riformiste, non vedo scissioni dietro l' angolo». Traduzione: non restaurare il Nazareno, ma non rinnegarlo e anzi puntare a un' Europa in cui tutte le vecchie famiglie, dai socialisti a liberali e verdi passando ovviamente per i popolari, siano unite contro i sovranisti. Sbaglio?  «Sbaglia di poco. Noi non siamo europeisti acritici. Sul tema, condivido il pensiero lucido e provocatorio di Massimo Cacciari: serve una "Nuova Europa", come ho fatto scrivere nel mio manifesto elettorale. Nel concreto: socialisti e popolari dovrebbero governare insieme per mettere tutti i paesi europei nelle stesse condizioni fiscali, economiche e regolative. I sovranisti verranno isolati da un' Europa rifondata secondo i princìpi di redistribuzione, sussidiarietà e collaborazione. E spero anche con un avanzamento culturale fortissimo della componente femminile». In materia di quote rosa dovreste andare a scuola dagli odiati sovranisti e dai conservatori «Purtroppo è vero. Il centrodestra italiano negli anni ha dimostrato una maggiore emancipazione e valorizzazione delle presenze femminili. Basta guardare al ruolo di Elisabetta Casellati, che presiede il Senato, a Mara Carfagna vicepresidente della Camera, alle capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini; per non dire di Giorgia Meloni che ha fondato e guida un suo partito. Quanto all' Europa, in Germania dopo Angela Merkel c' è Annegret Kramp-Karrenbauer, l' Inghilterra che fu il regno della Thatcher si è affidata a Theresa May e perfino tra gli estremisti di AFD le leadership sono femminili». E il Pd non ha espresso nemmeno una candidata donna alla segreteria.  «Chi ha espresso di più a livello paritario è stato il governo di Matteo Renzi. E oggi i Cinque stelle scopiazzano la scelta renziana delle capolista per le europee». Non svilisca così i suoi prossimi alleati grillini «Sono contrarissima a un' alleanza parlamentare o elettorale con i 5 Stelle. Qualsiasi loro offerta sarà irricevibile». Passiamo alle cose serie: vita privata.  «La mia giornata tipo quando non faccio politica? Leggo con ostinazione tutti i libri che competono per il Campiello e il mio preferito è "Le assaggiatrici" di Rosella Postorino. L' ultimo spettacolo teatrale visto è quello della mia amica Geppy Cucciari, "Perfetta". Non mi perdo un concerto di Vasco Rossi, sono una juventina sfegatata ma il primo posto nel mio cuore ce l' ha il Lanerossi Vicenza. Anzi, il primo posto l' hanno i miei due figli: Guido e Margherita di 12 e 10 anni. Fuori dal Palazzo, mi dedico per lo più a loro: sport, sci, camminate, mare, tanti amici; una rete di amicizie tra mamme lavoratrici. E ho un ottimo rapporto con il mio ex marito, una relazione di grande responsabilità: l' amore può finire ma la famiglia no». Siamo alla fine. Uno slogan credibile per votare l' europarlamentare Moretti?  «Me l' ha scritto mia figlia in un biglietto corredato da cuoricini: "Ciao mamma, studia bene e vedrai che butti a terra tutti quanti"». di Alessandro Giuli

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