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Vittorio Feltri, niente soldi e tanti guai: chi voleva candidarmi e perché nessuno vuole fare il sindaco

Gino Coala
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Si scopre che ormai pochi personaggi accettano di candidarsi a sindaco. Accade in piccoli e medi comuni. Perché? I motivi della rinuncia sono vari. Il primo è che il ruolo non gode più del prestigio di una volta, è malamente retribuito e richiede un impegno eccessivo. Il che impone a colui che viene eletto di abbandonare la propria professione abituale per dedicarsi senza troppi rischi alla amministrazione. Non solo. Di norma non appena il neo sindaco si insedia riceve un avviso di garanzia: il reato che va per la maggiore è abuso di ufficio. Basta la firma su un provvedimento routinario per finire sotto inchiesta della magistratura. E qui cominciano le grane: interrogatori, rotture di scatole, processi. Il tutto magari per una cavolata burocratica. Ovvio che un uomo o una donna normali cerchino di evitare storie che, quand'anche si concludano con un nulla di fatto, tolgono il sonno generando preoccupazioni. L' ingerenza della cosiddetta giustizia nella politica scoraggia chiunque ad intraprendere la carriera nelle istituzioni. Leggi anche: "Siri fuori dai piedi? Chi lo deve seguire". Feltri tombale: la trave in testa a Di Maio Confesso. Anche a me in un paio di circostanze è stato chiesto di concorrere per diventare primo cittadino, prima di Milano negli anni Novanta, poi di Bergamo un lustro fa, e ho sempre rifiutato per due ragioni: intanto perché la paga è umiliante e non posso permettermi di ridurre il reddito, inoltre perché ero e sono terrorizzato dalle incursioni del pubblico ministero di turno. Difendersi da certe accuse, comprese quelle infondate, è una impresa difficile e onerosa, gli avvocati costano e non è detto che ti salvino. Un tempo le cose erano diverse. Il sindaco era rispettato, veniva scelto nella crème della borghesia e nessuno osava metterne in dubbio la correttezza. Oggi chi arriva al vertice di un municipio è guardato con sospetto e, non appena viene indagato per una scemenza, la gente lo scruta, quasi già fosse stato condannato. E nel caso di una assoluzione, che arriva dopo anni di tribolazioni, il politico ha comunque perso la verginità. Ecco perché solo un pazzo può aspirare a guidare una giunta. Meglio guidare una utilitaria. Il problema si pone anche per chi fa parte del governo. Osservate il povero Salvini, è sempre sotto tiro. Lo hanno martoriato perfino perché meritoriamente ha chiuso i porti agli invasori. Anziché premiarlo lo hanno perseguito. Che orrore. di Vittorio Feltri

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